Il matrimonio tra Mulan e Shang è nell'aria e il fermento della famiglia per l’attesa della proposta sembra giustificato da una tradizione lontana e legata al passato come quella cinese (che sembra farlo con tutti gli aspetti che risultano per noi occidentali più incomprensibili, del resto), ma vuole anche creare un certo clima di empatia con il modo in cui nel nostro paese si pensa e si festeggia un imminente matrimonio, compresa la tradizionale proposta dell’uomo, che non sembriamo affatto pronti a mettere in discussione.
Prima che questo diventi possibile, tuttavia, i due fidanzati vengono coinvolti in un'importante missione: scortare le tre figlie dell'imperatore ai loro promessi sposi, scelti dal padre per mettere fine alla guerra tra Cina e Mongolia. Mulan è contrariata dall'unione forzata imposta alle ragazze, ma la sua lealtà al regno le impedisce di rifiutare.
Al contrario del primo lungometraggio, dove la battaglia era l’esperienza che le attribuiva un posto nel mondo e il suo valore di persona, qui la chiamata alle armi è il passaggio necessario per arrivare a un’ambizione superiore, quella del coronamento dell’amore coniugale.
La guerriera, come Jasmine in Aladdin, è il personaggio che incarna i valori occidentali in una cultura orientale che ci appare per molti versi incomprensibile: le principesse si dicono onorate di sposarsi senza amore con degli sconosciuti per servire il proprio paese e Mulan parla per noi quando esprime la sua perplessità. Lei, al contrario, si vuole sposare per sentimento e nel primo episodio fare la ragazza in cerca di marito non le interessava, aspirava a un fine più alto (ovviamente, l'ambizione era mascherata da altruismo).
La guerriera, come Jasmine in Aladdin, è il personaggio che incarna i valori occidentali in una cultura orientale che ci appare per molti versi incomprensibile: le principesse si dicono onorate di sposarsi senza amore con degli sconosciuti per servire il proprio paese e Mulan parla per noi quando esprime la sua perplessità. Lei, al contrario, si vuole sposare per sentimento e nel primo episodio fare la ragazza in cerca di marito non le interessava, aspirava a un fine più alto (ovviamente, l'ambizione era mascherata da altruismo).
In realtà, si scopre ben presto che anche le figlie dell'imperatore sono riluttanti all'idea di sposarsi e preferiscono conoscere i soldati che le proteggono, i tre vecchi compagni di battaglia di Mulan.
Nel raccontare l'interesse che nasce tra principesse e guardie del corpo vengono veicolati tutti gli stereotipi tipici del modo in cui donne e uomini si conoscono e si attraggono: le giovani si confidano tra loro e nel farlo elaborano le proprie emozioni, la controparte maschile nega, dissimula, vuole mostrarsi forte, pensa alla convenienza di un'eventuale unione (avere qualcuno che si prenda cura di loro).
Nel raccontare l'interesse che nasce tra principesse e guardie del corpo vengono veicolati tutti gli stereotipi tipici del modo in cui donne e uomini si conoscono e si attraggono: le giovani si confidano tra loro e nel farlo elaborano le proprie emozioni, la controparte maschile nega, dissimula, vuole mostrarsi forte, pensa alla convenienza di un'eventuale unione (avere qualcuno che si prenda cura di loro).
Un altro aspetto interessante è quello della protagonista come unico personaggio femminile diverso dagli altri. Mulan rappresenta un'eccezione di coraggio e capacità e in questo modo non permette di pensare che come lei ce ne siano tante altre. Se nel primo film mancavano controparti femminili con cui operare confronti, qui il paragone appare impietoso: le principesse sono civettuole, sognatrici, incapaci di difendersi (nel finale assistiamo al solito rapimento da parte del cattivo), concentrate unicamente sull'amore come progetto di vita. Pur ribellandosi a un'unione combinata, la loro protesta si esprime con la scelta del marito, restando saldamente ancorate al proprio ruolo stereotipato e limitato. Esattamente come Jasmine.
A tal proposito, la libertà dei personaggi Disney si esprime sovente attraverso l'autodeterminazione amorosa e viene giustificata dalla legittimità dei sentimenti rispetto all'egoismo, all'ambizione e ai progetti personali, all'espressione della propria personalità, alla volontà di indipendenza.
A conferma di ciò, nell'unico momento in cui le ragazze rivendicano la propria voglia di libertà, parlano di vestiti comodi, di sciogliere i capelli e dimenticare le costrizioni di palazzo.
A conferma di ciò, nell'unico momento in cui le ragazze rivendicano la propria voglia di libertà, parlano di vestiti comodi, di sciogliere i capelli e dimenticare le costrizioni di palazzo.
Un ultimo tema che emerge dalla narrazione è l'insistenza sul concetto di seguire il proprio cuore, imperativo universale e categorico che non lascia spazio a nessuna prudenza, forma di amor proprio o possibilità di valutare più razionalmente il proprio futuro, lontano da impulsi e attrazioni momentanee.
Mulan, da sempre animata nelle scelte più coraggiose dall'amore per il padre, qui rimprovera Shang per non essere "di pancia", come direbbe Gianni Sperti, e di usare la ragione piuttosto che farsi guidare dai sentimenti. Per seguire il cuore è pronta a sacrificarsi in un matrimonio odioso per permettere alle principesse e ai soldati di vivere il loro amore, senza venir meno ai propri doveri verso la nazione.
Solo l'intervento di Shang la salva dall'avventatezza delle sue scelte e dall'assoluta mancanza di amor proprio che la caratterizza.
Insomma, il cartone non è il peggiore degli esempi in fatto di insegnamenti di genere, tuttavia il problema di fondo di Disney con i personaggi femminili, l'amore e l'indipendenza cambia forma ma non si sposta di una virgola.