mercoledì 13 aprile 2022

Il re leone 2- Il regno di Simba

Già il primo episodio, film preferito di molti, mi faceva storcere il naso allora, figuriamo il sequel adesso, una grande delusione di genere. Al di là di una storia piuttosto noiosa e poco divertente, problema comune ai sequel Disney, un commento sintetico della rappresentazione femminile sarebbe: se è negativa conta qualcosa, altrimenti non hanno nessuna influenza sulla storia. Al contrario, la controparte maschile ha personaggi secondari positivi, come Zazu, Rafiki, Timon e Pumba. 
Il fatto che la vicenda si focalizzi sulla nuova erede delle terre del branco, l'esuberante Kiara, è una truffa: il protagonista effettivo è ancora una volta Simba, al punto che il sottotitolo originale del film è "L'orgoglio di Simba", come se la figlia fosse un'estensione paterna e non un personaggio indipendente.
Lo sviluppo, oltre a tentare Morfeo, è basato su meccanismi e sviluppi prevedibili, scontati e irritanti: la protezione paterna, già esasperante nel primo episodio, diventa patologica in presenza di una femmina;
l’amicizia e in seguito l'amore tra i figli di due famiglie in guerra riesce a riportare la pace. A confronto con la complessità dei temi affrontati dai lungometraggi d’animazione contemporanei, siamo a cospetto della fiera delle banalità
 

Grazie al cielo, dal momento che si tratta di animali in spazi aperti, i personaggi femminili non sono chiusi in gabbia o in un castello, e viste le premesse è già qualcosa. Kiara ha degli aspetti interessanti, come la fame di scoperta e la curiosità  che animava anche il padre da giovane. Tuttavia è talmente aperta al mondo, positiva e giocherollona da rasentare la scemenza. Del resto, non è solo colpa sua: Simba, seppur ci sia passato, è un despota della peggiore specie, giustificato esclusivamente da un amore possessivo e opprimente che mette l'ansia. Proprio perchè è cara e buona, ma soprattutto femmina e dunque priva di emozioni negative, la leoncina manca del tutto di autonomia e libertà, ma non è in grado di ribellarsi. Il padre le si rivolge come se non contasse nulla (in effetti, l'idea era quella) e lo si nota in modo particolare nella scena in cui ferma i rispettivi genitori pronti a scontrarsi, sentendosi rispondere "Silenzio, fatti da parte". Anche una volta diventata adulta, le manca del tutto la consapevolezza di avere diritto a delle libertà. 
 
 
Se il protagonista del primo episodio ha potuto fare con uno strappo doloroso un percorso di indipendenza e maturazione, per poi tornare ad affrontare Scar che l’aveva costretto a lasciare il branco, questa fase per Kiara manca del tutto: vive con i genitori finchè non rincontra Kovu, la cui amicizia era stata ostacolata, capisce di esserene innamorata, si scontra (si fa per dire) con il padre per prendere la sua strada e forma una famiglia sua. L'amore è di nuovo il motore e la funzione della protagonista, che la fa evolvere e maturare. E' solo per lui che è disposta ad affrontare la durezza del padre e la crudeltà del branco nemico, senza neanche considerare di poter fare qualcosa per sè stessa. E' per Kovu che si decide (sempre con dolcezza, si intende) ad affrontare le ingiustizie di Simba, prima per amicizia e poi per amore, ma mai per difendere le sue scelte e il suo percorso di vita. 
 

Vale la pena anche soffermarsi sulle parole con cui Kiara riesce a spegnere i conflitti tra le famiglie, invitando alla pace e alla convivenza: affermazioni lodevoli, ma anche tipiche di una mediazione femminile che vuole le donne naturalmente contro la violenza, anche quando sono animali e l'istinto le guiderebbe allo scontro. Non pare un caso che ne Il re leone assistessimo al conflitto tra due maschi e qui, dove una dei due avversari è femmina, si ricorra a una soluzione da tarallucci e vino.
 

1 commento:

  1. Per favore, chiudi 'sto blog di merda; è evidente che sei una povera commie-femminista che non capisce niente e senza la benchè minima capacità di analisi!

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