Il cartone di per sè è di una noia clamorosa; per quanto riguarda la rappresentazione di genere, sui personaggi principali si è già detto tutto in un primo momento, dunque non c'è per Disney l'esigenza di rivedere relazioni, desideri e comportamenti. Difatti, Belle e la bestia confermano tutti i pericolosi limiti dei loro rapporti. Vediamoli.
E’
interessante, per esempio, notare come lei debba sempre preoccuparsi
per l’umore della bestia: se lui vede la sagoma di un mostro sulla neve e
si incupisce ricordando il suo spaventoso aspetto, lei si sente in
colpa. Perché dovrebbe? Senza considerare quanto è logorante
preoccuparsi della felicità di uno dei peggiori corvacci di tutta la
storia Disney! Si insiste insomma nel rinforzo della sindrome da
crocerossina, fatta sembrare del tutto naturale perché la bestia è
infelice, instabile e sembra ovvio che sia chi gli sta accanto si senta
responsabile (non ce lo dimentichiamo, lei è tenuta prigioniera dopo
aver rinunciato alla libertà e a tutti i suoi progetti di vita). In
realtà il film vuole passare il messaggio che si tratta di un’amicizia
ed è questo che fanno gli amici: tirarti su e starti vicino quando
qualcosa non va. D'accordo, ma ricordiamo che un'amicizia non prevede di
annullarsi, sacrificarsi, rinunciare. E gli amici non ti tengono
prigioniera, soprattutto!
Secondo
la narrazione, le reazioni violente della bestia sono giustificata dal
doloroso ricordo dell'incantesimo. Quanto mi ricorda certi articoli in
cui si sottolinea che
il gigante gentile amava la donna che ha ucciso in un raptus di
follia..
Ma
poi, perché con una persona intrattabile e sgradevole
si sentono tutti obbligati a essere gentili, a pensare a come farlo
tornare felice? Capisco i dipendenti che camminano sulle uova, ma Belle?
Non gli viene voglia di sdraiarsi sul divano con un vassoio di
pasticcini, invece di pensare a come migliorargli la vita?
Il messaggio che passa è che la cura dei sentimenti altrui è spontanea
in una donna.
Il
problema è anche che, quando torna in buona e cerca di fare goffi
tentativi di riavvicinamento, la bestia ci piace proprio per quella sua
incapacità innata di essere gentile, altruista, umano. Sta forzando la
sua orribile natura, contro cui nulla può, per farci piacere, ma che
carino! La verità è che la bestia non sa relazionarsi agli altri, nè è
in grado di preoccuparsi del loro benessere perchè è uno stronzo e un egoista. Ecco perchè si è beccato un incantesimo!
Bastano
questi suoi (rari) momenti a cancellare la violenza delle parole e degli
atteggiamenti, fino al prossimo calo di umore in cui tratterà tutti
senza rispetto. E avanti così, come sulle montagne russe, tutti dietro ai suoi
umori, dimenticando sè stessi.
Peraltro,
nel primo film ci godiamo per metà durata il cambiamento della bestia,
mentre qui riflette solo nel finale sulle conseguenze delle sue azioni,
rimanendo insopportabile per gran parte della narrazione. L’unica cosa
sensata che Belle dice è: "Avrei dovuto saperlo che era solo
una bestia". Finalmente realizza quanto vani siano i suoi sforzi di
gentilezza e altruismo con un egoista simile! Peccato che poi l'epilogo,
come potrete immaginare, la conduce a conclusioni del tutto diverse.
E'
vero che i valori che Disney trasmette sono in gran parte positivi,
basati su amore, amicizia e rispetto degli altri, ma sarebbe anche
utile insegnare che le persone come la bestia non cambiano se gli
vogliamo bene.
Oltretutto,
di ciò che rendeva Belle un progresso rispetto alla caratterizzazione
di personaggi femminili -la passioni per i libri, i sogni, l’affetto per
il padre, l’antipatia per Gaston, il percorso per conquistare la
fiducia della bestia- non c’è traccia. E’ tutta zucchero, spirito del
Natale e canzoncine melense. Il tentativo del sequel risulta compromesso
soprattutto dalla quantità di melassa, buoni sentimenti e retorica sul
Natale distribuita su tutta la durata.
Non
poteva mancare, dulcis in fondo, un'altra dimostrazione di forza e
protezione della bestia, che salva Belle quando sprofonda nell'acqua
giacciata e gli dà modo di riscattare il suo atteggiamento abusivo con
un gesto eroico: d'accordo, la tratta male, ma ci tiene a lei!
Tutto ciò mi suona davvero molto sinistro e diseducativo.
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