sabato 3 aprile 2021

Il mondo incantato di Belle

Il sequel ha reso bene, vuoi non riprovarci l'anno dopo? Ed eccolo nel '98 l'ultimo (speriamo) episodio della saga inutilmente lunga e penosa, Il mondo incantato di Belle. Superfluo commentare la noia sterminata toccata da tentativi dettati dal fatturato e non dall'ispirazione.. Incapaci di inventarsi un seguito degno, si torna indietro nel tempo sviluppando quattro episodi. 
Il più agghiacciante sotto il profilo della rappresentazione è il primo, dove il rapporto abusivo tra Belle e il suo rapitore viene riproposto nell'ennesima salsa, mettendo in scena un litigio per cui entrambi si aspettano delle scuse. 
Belle è infastidita dalla rudezza e dalla bassezza della bestia nella vita di tutti i giorni, da come mangia a come si gode il dopocena di fronte al fuoco (le donne e e la loro pretesa di cambiare i compagni!), mentre lui si sente ferito nell'orgoglio e costretto a rinunciare alla propria spontaneità.
La reazione di ognuno di fronte all'incapacità dell'altro di riconoscere gli errori è significativa: la ragazza mette il muso, lo ignora e si ritira in camera, mentre la bestia si sente libero di rovesciare il tavolo, terrorizzare gli abitanti del castello e urlarle in faccia. Il colmo è fare passare per pessimo carattere quello che in realtà è un approccio violento agli altri, una sopraffazione sistematica e basata sulla sicurezza della propria superiorirà fisica.
 

Insomma, abbiamo cominciato benissimo. Nel secondo episodio il sessismo dei personaggio e degli eventi è più sottile ma altrettanto subdolo: Lumière dimentica l'anniversario della sua unione con Spolverina e ricorre a Belle per rimediare al pasticcio. Qui è sottointeso lo stereotipo che vuole le donne dipendenti dalle ricorrenze sentimentali e dal valore simbolico che rappresentano in termini di romanticismo e aspettative materiali (fiori, regali, cioccolatini). Allo stesso modo, viene fatto credere che agli uomini non importi nulla, concreti e allergici alle smancerie come sono, ma che le aspettative di una donna in proposito non sono da disattendere, pena un'antipatica sfuriata. Insomma, è roba da donne, loro si piegano per farci contente.. Ma non chiedetegli di ricordarsene.
E Belle è l'unica a poter dare una mano a Lumière, con la indola naturalmente romantica e femminile. Sopperisce con la cura per i dettagli e l'attenzione per le carinerie all'innata incapacità maschile di festeggiare i traguardi di coppia. 
 
 
Altrettanto discutibile è l'equivoco generato da Spolverina, che travisa i preparativi per la ricorrenza e pensa che Belle trami di rubargli il maschio (del resto, cos'altro potrebbe pensare una donna, se non sentirsi minata nella sicurezza della coppia, l'unica cosa che conti nella sua esistenza?). E allora si scatena un circo di pianti, tattiche di ignoramento, ostentate finzioni, tentativi di generare gelosia, in definitiva un mare di sciocchezze. Alla base c'è la convinzione disneyana e maschile che la competizione femminile sia l'inizio e la fine di ogni comportamento di una donna: per conquistare l'amore o per difenderlo. Un'idea sconsolante di metà della popolazione mondiale.
Le tragedie e i giochetti sono evidentemente il motore per la commedia degli equivoci, senza cui la comicità del cartone andrebbe a fallire. Ecco perchè ai personaggi è proibito agire da persone normali, affrontando li partner con franchezza ed esprimendo bisogni e aspettative. Ma no, le donne sono complicate, non hanno sufficiente coraggio, dietro a ciò che fanno si nascondono puntualmente ragioni non chiarite, sotterfugi e finzioni. Questi sono gli insegnamenti sulle relazioni d'amore che dovrebbero ricavarne bambini e bambine? 
 

Trascurabili dal punto di vista di genere gli altri due episodi, che contribuiscono a comporre un film d'animazione povero di idee, di gag e di rappresentazioni sincere. Speriamo che i seguiti del Re Leone riservino sorprese, o diventerà un lavoraccio.

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