sabato 3 aprile 2021

Bianca e Bernie nella terra dei canguri

Tredici anni dopo, ritroviamo la coppia di topolini coraggiosi, prossimi a suggellare un'affettuosa amicizia in qualcosa di più. La trama segue gli stessi sviluppi di successo del primo film: Cody, un ragazzino australiano, viene rapito da un feroce bracconiere, Mc Leach, che vuole costringerlo a condurlo da una rara specie di aquila e dalle sue uova. La società di salavataggio spedisce Bianca e Bernie a salvargli la pelle sulle ali dell'albatros Wilbur, fratello di Orville. Al loro arrivo, saranno aiutati da Jack, topo locale.
Partiamo col dire che il messaggio ambientalista di Disney è sintomo di una società più attenta a questo tema e mi ha commossa fino alle lacrime (nonostante ricordassi le battute a memoria), ma sul fronte del femminismo non ci sono significativi passi avanti rispetto al primo cartone: quello che di innovativo aveva da dire sulla caratterizzazione dei personaggi e sulle dinamiche di genere è già stato detto nel '77. I personaggi femminili sono pochini e pure scarsamente influenti: Faloo, una femmina di canguro che aiuta Cody nei primi minuti e reciterà sì e no 4 battute, Marahuté, l'aquila maestosa e dolcissima per cui tutti si battono, ma che non parla (in film dove lo fanno tutti gli animali è un bel mistero) e Bianca, che purtroppo non conosce grandi evoluzioni nel corso della storia.
 
 
L'aspetto forse più incoraggiante del suo personaggio sta nel fatto che è diventata celebre, molto più di Bernie, e la sua reputazione la precede: dovunque vada, le fanno delle gran feste. Tra lei e il degno compare rivediamo gli stessi ruoli e le stesse caratteristiche messe in luce in precedenza: lei avventurosa, impavida, intraprendente, socievole e disinvolta, lui timido, impacciato, prudente e spesso ignorato. Bernie porta avanti una missione parallela a quella di liberare il bambino, cioè dichiarare il proprio amore a Bianca e chiederle di sposarla (ah, i romantici anni '90, quando il matrimonio era l'unico impegno contemplato in amore), impresa disperata per un insicuro, ostacolata oltretutto dall'incontro con il carismatico e intrepido Jack. L'apparizione del suo alter ego lo costringe a esporsi per la conquista del cuore di Bianca e introduce il confronto con il maschio brillante, seduttore per natura, che lo fa oltremodo incazzare per come cerca di metterlo in ombra. Rimasto l'unico in libertà, spetterà a lui salvare Cody, Bianca e Jack per dare prova del suo valore virile, indispensabile per conquistare la femmina e rimettere a posto l'intruso (esattamente come succede in natura, peccato che a questi personaggi vengono attribuiti sentimenti e caratteristiche umani, i quali si suppone siano meno bestiali). L'aspetto positivo di questo sviluppo è il messaggio rivolto ai bambini: non è necessario essere il maschio alfa per guadagnarsi rispetto e attenzioni, il coraggio ha diverse forme. 
 
 
Bianca, purtroppo, in tutto ciò ha il carisma di un pioppo morto e non dice mai chiaramente all'australiano di levarsi di torno: si limita a rinnovare la sua fiducia nell'iniziativa di Bernie, e alla fine accetterà la sua proposta. E poi sembra inevitabile che debba sedurre tutti i maschi che incontra, come una dannazione divina, aspetto che trovo riduttivo e limitante per il suo personaggio: sì, ok, ti cacci con entusiasmo in avventure rischiose, sei un esempio incoraggiante per le bambine, ma intanto rimani pure una femmina-oggetto contesa da due maschi. Le reazioni che susciti nell'altro sesso ricordano che sei prima di tutto una bella femmina.  
A questo proposito, vi beccate anche una scena di cat-calling in cui Wilbur molesta degli uccelli rosa (associando tra l'altro il colore al genere) e quando quelli se ne vanno, infastiditi, lui si chiede cosa ha fatto di sbagliato: la tipica reazione dell'uomo educato a rapportarsi in questo modo con le donne, senza considerarlo problematico. 
 
 
Impegno le ultime righe per mettere a confronto due personaggi, Cody e Penny. Nonostante entrambi vengano rapiti e mostrino una buona dose di coraggio in una situazione drammatica, la tristissima storia di Penny voleva generare compassione nel pubblico, mentre Cody ha un ruolo molto più attivo. Non sappiamo granchè del passato della bambina, la conosciamo già prigioniera di Medusa e sola al mondo: la sua spinta alla libertà è quella dell'emancipazione dalla sofferenza e dalla solitudine. Il ragazzino, al contrario, ha un background più definito, una famiglia che lo cerca e soprattutto è caratterizzato da un grande altruismo. Il suo desiderio più evidente non è quello di liberarsi dalle grinfie di McLeach, ma di evitare che uccida l'aquila e rubi le uova. Dispone di una grande libertà prima del rapimento, ha voglia di esplorare quello che lo circonda, manifesta un grande amore per la natura e lo dimostra cercando di liberare gli animali catturati dall'uomo. Se Penny era timorosa ed esitante con Medusa, temeva le sue ritorsioni, Cody mostra verso il bracconiere una grande rabbia per la crudeltà che riserva ai suoi amici, minacciandolo più volte di denunciarlo ai rangers. L'ottimismo con cui incoraggia gli animali catturati da McLeach, il coraggio che lo spinge a rischiare la vita per amore di Marahut e la curiosità ne fanno un personaggio forte, complesso, capace di trasmettere un messaggio di fiducia nei propri mezzi e indipendenza. Penny, nonostante il coraggio e la vivacità, è un personaggio più passivo, con uno sviluppo meno interessante e profondo. Il suo ruolo è ancora legato a certi stereotipi femminili: indifesa, costretta a subire, troppo sola e triste per occuparsi degli altri o esprimere desiderio di scoperta. 
 

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