sabato 3 aprile 2021

La bella e la bestia- Un magico Natale

Sei anni dopo, nel 1997, arriva l'immancabile sequel, trainato dal successo di film come Il ritorno di Jafar. Fu un altro successo da 180 milioni di dollari. Sebbene inizialmente si fosse pensato di ambientare effettivamente le vicende dopo l'epilogo del primo episodio, successivamente si decise di sviluppare la storia all'interno del film, dopo lo scontro con i lupi, riservando solo le scene iniziali e quelle finali a un momento successivo all'infrazione dell'incantesimo. In questo modo i personaggi hanno l'opportunità di raccontare un episodio che ha avuto luogo durante il Natale precedente e di mostrare forse l'unico aspetto interessante del film, il frammento in cui il principe viene trasformato in bestia.
Il cartone di per sè è di una noia clamorosa; per quanto riguarda la rappresentazione di genere, sui personaggi principali si è già detto tutto in un primo momento, dunque non c'è per Disney l'esigenza di rivedere relazioni, desideri e comportamenti. Difatti, Belle e la bestia confermano tutti i pericolosi limiti dei loro rapporti. Vediamoli.
 
 
E’ interessante, per esempio, notare come lei debba sempre preoccuparsi per l’umore della bestia: se lui vede la sagoma di un mostro sulla neve e si incupisce ricordando il suo spaventoso aspetto, lei si sente in colpa. Perché dovrebbe? Senza considerare quanto è logorante preoccuparsi della felicità di uno dei peggiori corvacci di tutta la storia Disney! Si insiste insomma nel rinforzo della sindrome da crocerossina, fatta sembrare del tutto naturale perché la bestia è infelice, instabile e sembra ovvio che sia chi gli sta accanto si senta responsabile (non ce lo dimentichiamo, lei è tenuta prigioniera dopo aver rinunciato alla libertà e a tutti i suoi progetti di vita). In realtà il film vuole passare il messaggio che si tratta di un’amicizia ed è questo che fanno gli amici: tirarti su e starti vicino quando qualcosa non va. D'accordo, ma ricordiamo che un'amicizia non prevede di annullarsi, sacrificarsi, rinunciare. E gli amici non ti tengono prigioniera, soprattutto!
Secondo la narrazione, le reazioni violente della bestia sono giustificata dal doloroso ricordo dell'incantesimo. Quanto mi ricorda certi articoli in cui si sottolinea che il gigante gentile amava la donna che ha ucciso in un raptus di follia.. 
Ma poi, perché con una persona intrattabile e sgradevole si sentono tutti obbligati a essere gentili, a pensare a come farlo tornare felice? Capisco i dipendenti che camminano sulle uova, ma Belle? Non gli viene voglia di sdraiarsi sul divano con un vassoio di pasticcini, invece di pensare a come migliorargli la vita? Il messaggio che passa è che la cura dei sentimenti altrui è spontanea in una donna. 
 
 
Il problema è anche che, quando torna in buona e cerca di fare goffi tentativi di riavvicinamento, la bestia ci piace proprio per quella sua incapacità innata di essere gentile, altruista, umano. Sta forzando la sua orribile natura, contro cui nulla può, per farci piacere, ma che carino! La verità è che la bestia non sa relazionarsi agli altri, nè è in grado di preoccuparsi del loro benessere perchè è uno stronzo e un egoista. Ecco perchè si è beccato un incantesimo!
Bastano questi suoi (rari) momenti a cancellare la violenza delle parole e degli atteggiamenti, fino al prossimo calo di umore in cui tratterà tutti senza rispetto. E avanti così, come sulle montagne russe, tutti dietro ai suoi umori, dimenticando sè stessi. 
Peraltro, nel primo film ci godiamo per metà durata il cambiamento della bestia, mentre qui riflette solo nel finale sulle conseguenze delle sue azioni, rimanendo insopportabile per gran parte della narrazione. L’unica cosa sensata che Belle dice è: "Avrei dovuto saperlo che era solo una bestia". Finalmente realizza quanto vani siano i suoi sforzi di gentilezza e altruismo con un egoista simile! Peccato che poi l'epilogo, come potrete immaginare, la conduce a conclusioni del tutto diverse.
E' vero che i valori che Disney trasmette sono in gran parte positivi, basati su amore, amicizia e  rispetto degli altri, ma sarebbe anche utile insegnare che le persone come la bestia non cambiano se gli vogliamo bene. 
 
 
Oltretutto, di ciò che rendeva Belle un progresso rispetto alla caratterizzazione di personaggi femminili -la passioni per i libri, i sogni, l’affetto per il padre, l’antipatia per Gaston, il percorso per conquistare la fiducia della bestia- non c’è traccia. E’ tutta zucchero, spirito del Natale e canzoncine melense. Il tentativo del sequel risulta compromesso soprattutto dalla quantità di melassa, buoni sentimenti e retorica sul Natale distribuita su tutta la durata.
Non poteva mancare, dulcis in fondo, un'altra dimostrazione di forza e protezione della bestia, che salva Belle quando sprofonda nell'acqua giacciata e gli dà modo di riscattare il suo atteggiamento abusivo con un gesto eroico: d'accordo, la tratta male, ma ci tiene a lei!
Tutto ciò mi suona davvero molto sinistro e diseducativo.

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