domenica 26 aprile 2020

Red e Toby nemiciamici

La fine degli anni settanta vede i veterani dell'animazione Disney lasciare spazio alle nuove leve e Red e Toby, classico del '81, segna questo passaggio di consegne. Ispirato al romanzo di Daniel P. Mannix, è un film dai toni amari e dai risvolti tragici con un sottotesto di carattere morale e un messaggio decisamente animalista. I richiami alle atmosfere, alle animazioni e ai temi di altri cartoons ambientati nella foresta, come Bambi e Robin Hood, sono evidenti.
Protagonisti sono un cane e una volpe che stringono amicizia, ma vengono separati dai mondi diversi a cui appartengono: uno votato alla caccia, l'altra alla fuga. I personaggi femminili si contano sulle dita di una mano e, pur essendo tutti secondari, permettono interessanti confronto con la controparte maschile.
Gran Ma è il primo che incontriamo, una civetta che assiste all'uccisione della madre di Red da parte dei cacciatori e, commossa, cerca di trovargli una dimora sicura. Rimarrà sempre vicina alla volpe, facendo le veci di una vecchia zia saggia e protettiva. Del resto, senza il personaggio che serve a ribadire come l'istinto materno animi le femmine di ogni specie non potrebbe esistere produzione Disney! Ha un ruolo particolarmente importante nel primo incontro con Vicky, una femmina di volpe per cui Red perde la testa nella foresta. E' proprio Gran Ma a pensare a lei come panacea per la malinconia di Red e a incoraggiare il colpo di fulmine tra i due, gongolando come se avesse inventato lei l'accoppiamento tra animali. Mi ha ricordato Lady Cocca e il suo intercedere per Marion in nome dell'amore che trionfa sempre, altra retorica zuccherosa fino allo stomachevole con cui Disney ha rimbambito generazioni di fanciulle.


Il secondo personaggio femminile ha una certa rilevanza nel corso della vicenda ed è la signora Tweed, una vedova che grazie agli strategemmi di Gran Ma, di un passero e di un picchio trova Red e decide di adottarlo. La reazione commossa e intenerita di fronte al cucciolo indifeso accomuna una moltitudine di figure positive di cui Disney dissemina le sue produzioni: fate, madrine, tate, zie, aiutanti, padrone di animali, eccetera. Sono Crudelia, Maga Magò, Malefica, Madame Medusa, eblemi di cattiveria, avidità ed egoismo a rimanere indifferenti, se non ostili, nei confronti di cuccioli e bambini, oppure a utilizzarli per i loro turpi scopi materiali. Insomma: una femmina che si rispetti non può che amare queste creaturine, che le bambine lo sappiano, altrimenti sono dei mostri!Gli uomini, invece, pare siano liberi da questi vincoli: Amos Slade, cacciatore e padrone di Toby, lo molla a Fiuto, il suo vecchio cane, come un pacco postale: non ama gli animali per quello che sono, ma lo ha portato a casa perchè gli sia utile per la caccia. Si affezionerà a Toby man mano che gli diventerà utile in questo, mentre riserverà meno attenzioni al cane più anziano perchè ormai inservibile per lo scopo. Da buon maschio che si rispetti, Fiuto accoglie con poco entusiasmo il nuovo cucciolo in famiglia e respinge l'idea di doversene occupare: non è mica una femmina! Quando Toby cerca protezione accoccolandosi contro il suo pelo, ha una reazione di pura sorpresa, quasi non conoscesse l'affetto e la tenerezza



Ma torniamo a Mrs Tweed, personaggio in cui ho trovato più di un aspetto positivo: contadina, amante di tutti gli animali che alleva e che tratta con amore, porta avanti la sua fattoria in maniera autonoma, senza dipendere da nessun uomo. Nella sua caratterizzazione fisica si insiste sul clichè della gattara: oltre i cinquanta, poco attraente secondo i canoni estetici imperanti, tanto un uomo l'ha già avuto e i suoi desideri sono ormai sopiti, può anche permettersi di non prendersi cura di sè stessa. Al di là di questa forzatura sessista piuttosto odiosa, ne ho apprezzato il coraggio, l'intelligenza e la compassione. Se proprio sull'amore istintivo vogliamo battere, piuttosto che propinare l'ennesima favoletta sulla maternità universale, meglio rappresentare personaggi che rivolgono i propri sentimenti nei confronti di animali selvatici: un insegnamento che rimane valido a tutti i generi e le latitudini.
La signora Tweed sfodera il suo caratterino quando si pianta piena di rabbia davanti al vicino Amos Slade, che nel tentativo di centrare Red ha rischiato di sparare anche a lei. Lo spaventa per bene togliendogli il fucile, ma dimostrando di dispezzare la violenza mira al radiatore della sua auto.
Avete mai notato come lei gli si rivolga chiamandolo per nome, propedendo al limite per "pazzoide dal grilletto facile", mentre gli appellativi dell'uomo vogliono mortificare la sua natura biologica? "Brutta dannata femmina", "Accidente a te, donna" e "femmina rimbambita" infilati in un dialogo sotto il minuto sono notevoli. Questo campionario di epiteti evidenzia la misoginia del soggetto, per cui le donne sono tutte uguali e non è il caso di disturbarsi a impararne il nome. Non solo Mrs Tweed non incontra il suo gusto esteticamente, ma in quanto di mezza età è anche sicuramente vicina alla demenza senile: quale migliore modo per offenderne la sensibilità, se non colpendo dove la società piccona l'autostima della donne? Sarà un caso o una presa di coscienza questa misoginia in un antagonista Disney?


Terza di questa triade di non protagoniste è Vicky, il più classico dei pretesti disegnati appositamente per una storia romantica. Anche nel suo aspetto non c'è niente di innovativo e come tutti i personaggi antropomorfi il suo sesso è evidente grazie alle lunghe ciglia che usa per sedurre l'ingenuo Red (buffo, no? Tutte quelle ore a osservare il comportamento animale per riprodurlo fedelmente, e poi c'è bisogno di spiegargli che anche i maschi hanno le ciglia). L'intero siparietto dell'incontro segue un copione patetico e abusato: il maschio rincretinisce e perde la capacità di parola, lei fa gli occhi dolci e lo invita a dare prova della sua abilità per conquistarla, lui diventa goffo e lei ne ride, finendo per offenderlo nel suo valore di maschio. Una rappresentazione delle dinamiche di coppia sorpassata e poco educativa, tantopiù assurda perchè si descrivono le fasi di un incontro tra volpi come quelle tra due esseri umani. Quando però Vicky, venti minuti dopo averlo visto per la prima volta, parla di avere 6 cuccioli, ecco che tornano animali..
A proposito di stereotipi, al primo screzio Red la apostrofa con "sciocca femmina dalla testa vuota", rifacendosi all'atteggiamento misogino di Amos Slade. Se a ogni disaccordo bisogna veder confermati i peggiori clichè maschilisti sulle donne, la buona fede che avevo riposto in Disney nel voler attribuire tratti sessisti a personaggi negativi viene meno.


Tirando le somme dell'analisi, non trovo che la rappresentazione di genere si macchi di colpe particolarmente gravi: c'è anche un modello tutto sommato positivo come Mrs. Tweed e la storia incentrata soprattutto su personaggi maschili lascia poco spazio a stereotipi clamorosi. Trovo più che altro un'insistenza antipatica e dannosa su temi riproposti fino alla noia, lo zoccolo duro della narrazione Disney: la rigida divisione in base a generi e ruoli, l'istinto materno e la compassione innata femminile, il colpo di fulmine e la seduzione come perno di un rapporto di coppia scialbamente infantile.. Mi stanco persino a parlarne, post dopo post, film dopo film. Fortuna che i moderni anni ottanta incalzano sulle mie recensioni!
Di Red e Toby ho apprezzatto soprattutto il messaggio contro la caccia e per la libertà della fauna selvatica, quello sì che ha ancora una chiave di modernità per il pubblico di oggi. E di come pregiudizi e pressioni sociali finiscano per ostacolare amicize e ideali di gioventù. Per il resto, di divertimento non se ne parla, salvo qualche rara scenetta. Film dolceamaro, più tenero che divertente, velato di una malinconia insolita per un pubblico di bambini. Rivoli di lacrime che neanche la cascata delle Marmore, c'era bisogno di dirlo?

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