mercoledì 25 marzo 2020

Le avventure di Bianca e Bernie

Ispirato a una serie di libri di Margery Sharp, Le avventure di Bianca e Bernie segna il ritorno del colosso americano al favore di pubblico e critica dopo quindici anni di alti e bassi. La narrazione di genere subisce l'influenza di un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali in virtù della quale la coppia di protagonisti vede un sostanziale equilibrio di ruoli: non più un simpatico maschio dominante e la sua graziosa comprimaria, ma due topi decisi a vivere un'avventura in parti uguali. Al centro di un insolito caso mediatico per l'inserimento dell'immagine di una donna in topless alla finestra, che diede il via a una serie inarrestabile di teorie subliminali nei confronti dei classici Disney, il film vanta il pregio di aver pensato a una protagonista moderna e intrepida, senza però riuscire a liberarsi definitivamente di diversi stereotipi legati alla femminilità.
 
 
Miss Bianca è la rappresentante ungherese della Società Internazionale di Salvataggio, un'organizzazione di topi che aiuta le vittime di rapimento. Quando apprende che c'è una bambina in difficoltà, esclama commossa "Povera ragazzina!" e implora il presidente di lasciare a lei la missione; nessuno degli altri membri dell'organizzazione, formata in larghissima parte da maschi, sembra particolarmente turbato dall'accaduto, ma mostrano un certo interesse solo quando realizzano di poterle farle da co-agenti. Del resto, al suo ingresso in sala se la sono lumata da capo a coda.
Una volta di più, l'istinto materno ha colpito e insiste sull'idea che la natura femminile sia quella dell'altruismo e della cura per il prossimo. La natura garbata e diplomatica di Bianca le consente di non offendere nessuno dei membri, come se in qualche modo dovesse giustificarsi perchè preferisce loro Bernie, il maldestro usciere della società, che grazie alla goffaggine ha conquistato le sue simpatie. Il presidente dell’assemblea rappresenta la vecchia generazione che ancora diffida delle capacità delle donne, destinato però a cedere all’avanzata delle nuove leve, intelligenti e avventurose. Nel frattempo, Bianca lancia un’occhiata lusingata a Bernie, preoccupato che possa accaderle qualcosa: la protezione maschile pare sia ancora una premura apprezzata.
Da queste scene iniziali la spettatrice comprenderà che la capacità di Bianca di influire sull’assemblea è quella di avere un bel corpo e un bel musetto. Del resto, la sua volontà di partecipare alla missione non è quella dell'ambizione o del desiderio di servire il paese, ma la compassione tipicamente attribuita alle donne.


Analizziamo dunque i tratti peculiari di questa coppia di protagonisti capaci di rivoluzionare la rappresentazione del maschile e del femminile in Disney, fin qui impegnata a proporre modelli subalterni e unidirezionali al suo pubblico.
Dotata di una contagiosa gioia di vivere e di un’inclinazione naturale per l'avventura, Bianca è un modello positivo per la costruzione dell'identità di una bambina: il suo modo di stare al mondo, piena di interesse per ciò che il mondo può darle, il carattere curioso, aperto ai viaggi e alle emozioni, l'intrapredenza e la tendenza a schernire i timori e le ansie di Bernie ne fanno una protagonista a tutti gli effetti e non più il pretesto romantico della vicenda: un bel passo avanti rispetto ai film d’animazione precedenti. Anche per contrasto con un protagonista maschile meno spericolato e impavido dei precedenti, Bianca brilla per iniziativa e coraggio e sarà anche lei a tirare fuori il compagno da guai, non solo viceversa.
Il suo personaggio si rifà alla malizia e alla civetteria di Duchessa, entrambe consapevoli del loro potere sui maschi.



In maniera analoga, Bernie non il classico eroe senza macchia alla Robin Hood, o la canaglia da strada che fa da guida a una femmina fuori dalla sua confort zone, come Romeo o Biagio, ma un antieroe pieno di limiti, che ciononostante li sfida per un interesse superiore (e per piacere alla topina che vuole conquistare). Se il presidente è un attempato signore che ha una visione stereotipata delle donne (e Bianca gli dimostrerà con la sua missione che si sbaglia), Bernie è il maschio nuovo: un timido e balbettante ragazzo verso cui ognuna di noi proverebbe una gran tenerezza e che probabilmente finirebbe per conquistarci. In questo modo, le spettatrici potranno essere più morbide nei confronti del suo maschilismo travestito da galanteria. Tuttavia, Bianca subisce anche il fascino di un tipo brillante e spericolato come l’albatros Orville, cosa che non manca di scatenare le gelosie malcelate di Bernie (per Disney la gelosia e il possesso sono l’origine e la causa di tutte le storie).


La seccante tendenza a correre dei rischi (che altrimenti si guarderebbe bene dal correre) per evitare pericoli alla compagna di avventure lo aiuta ad affrontare e superare paure di cui sarebbe rimasto prigioniero. Certo è che a Bernie infastidisce che venga notata la sua attitudine poco audace e reagisce campando scuse sciocche alle accuse di essere un “fifacchione”. Tuttavia, a Bianca tocca calmare le sua ansie in più di un’occasione, disinvolta e rilassata. Quello che è antipatico è voler rendere questo personaggio forzatamente galante e protettivo, come a dire che, impacciato o disinvolto, timido o estroverso, l'unico modello maschile valido è quello che protegge la sua donna.


A questo proposito, non poteva mancare l'abilità puramente commerciale di manovrare i protagonisti per ricavarne una stolida morale sentimentale, capace di trasmettere un'idea istituzionalizzata e opprimente dei legami: quei due si conoscono da meno di 48 ore e già la colonna sonora canta di amore nella gioia e nel dolore e di un unico destino che li unirà, promuovendo l'idea che i sentimenti tra uomo e donna scaturiscano grazie al classico colpo di fulmine e debbano legarli per la vita.. Solito minestrone dichiaratamente ingenuo e faceto rivolto a un pubblico di famiglie rimbambite.


Purtroppo, anche una protagonista pieno di virtù non è esente da storpiature tendenziose: nonostante l’entusiasmo spensierato di fronte a voli spericolati e missioni impossibili, gli stereotipi più beceri legati alla natura femminile ricordano che, a dispetto di tutto, è pur sempre una femmina frivola e superficiale. La sentiamo dunque dichiarare che non può allacciare le cinture o spiegazzerebbe il vestito, e la vediamo trascinarsi dietro una borsa pesante perché le donne hanno bisogno di portare con loro molto cose: sono trovate odiose per la volontà di dipingerci come un branco di sciocche. D'altra parte, se non fosse così attenta a queste fesserie, non potrebbe essere tremendamente attraente, sofisticata e per benino come le protagoniste antropomorfe degli anni settanta, da Duchessa a Lady Marian, che si assomigliano tutte. In più, Bianca è consapevole del suo fascino e lo usa per affermare uno strapotere femminile basato sul solo possesso di una vagina, come se gli uomini fossero tutti idioti. 


Anche i sentimenti che animano la protagonista nei confronti di Penny sono problematici, come abbiamo visto all'inizio della storia. Proprio per sottolineare questa naturale empatia. Bernie appare meno allarmato: in effetti, lui è in missione perché è stato scelto e il suo entusiasmo è più legato alla compagnia di una bella signora che alla preoccupazione per il destino della bambina. Bianca continuerà per tutto il film a commentare con espressioni tristi e accorate lo sfortunato destino della bambina (povera ragazzina! E' terribile! Quella piccina!), mentre nessun personaggio maschile farà altrettanto. Al contrario è Ellie Mae, la grossa topina che vive con il marito nella Palude del Diavolo, a prorompere negli stessi accorati piagnistei (notare che, come in Robin Hood, i personaggi secondari femminili sono tutti accoppiati, se non addirittura sposati). Non a caso, è sempre una flautata voce femminile a cantare una diabetica canzone per Penny che piange disperata perchè vuole fuggire.
Mi sembra dunque chiaro come, nonostante qualche passo avanti nella scrittura dei personaggi femminili, i tempi non siano ancora maturi perchè possano liberarsi dall’imperativo della bellezza e dell’eleganza, nonché di fatui clichès che ci incatenano da secoli al nostro genere: l’istinto materno, l’interesse categorico per cose da donne e quello generato negli uomini come conferma all'autostima.



La villain della storia non può vantare la stessa profondità dei protagonisti. Classico archetipo femminile del tutto negativo, Medusa viene disegnata sul modello di Crudelia Demon (anche Ursula dieci anni più tardi ne ricorderà la fisionomia) e le assomiglia in diversi aspetti: indiavolata alla guida, avida e brutale, capace di rapire un’orfana per spietato opportunismo; anche qui sono due animali, apparentemente impotenti ma capaci di mille risorse, a darle la caccia. 
Tutto è reso negativo in lei, anche la rappresentazione fisica: una donna spregevole e sconsiderata non può che vestirsi in maniera provocante nonostante il corpo maturo, esattamente come Crudelia era troppo magra, nonostante i tubini e le pellicce, per risultare piacevole. 
La dicotomia tra la bellezza raffinata e discreta di Bianca e la volgarità decadente e ridicola di Medusa è evidente, nonostante siano animali di specie diverse.
Tra l’altro, quello tra lei e il suo leccapiedi Snoops è anche l’unico esempio di una dinamica uomo-donna ribaltata nei rapporti di potere; non poteva che essere rappresentato come un modello di perfidia e sopraffazione, la strega prepotente e lunatica contro l’uomo sottomesso e debole. 
Le note su Medusa finiscono qui, dal momento che non c'è grande accuratezza nella sua scrittura. Piuttosto, è un altra malvagia Disney definita esclusivamente sulla base della cattiveria e dell’avidità. 


A dispetto delle apparenze, il modello femminile che semina meno tempesta è quello di Penny. Nonostante i drammi che si trova a vivere, mi piacciono l'insolenza e l'audacia suggeritele dalla disperazione a cui, nonostante tutto, non accetta di abbandonarsi. Forte del suo desiderio di una vita migliore, affronta i perfidi coccodrilli e Snoops armata solo della sua rabbia e, non appena trova complicità nei due topi, dimostra coraggio e iniziativa nel mettere in atto il suo piano di fuga. Dai tempi di Bambi non avevamo più visto un personaggio destinato a sopportare le ingiustizie peggiori in pochissimi anni di vita. Tenerissima la sua amicizia con Rufus, che fa le veci di una figura paterna.

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