giovedì 18 maggio 2017

Gli Aristogatti

Film d'animazione colorato, jazz e psichedelico, animato da un personaggio innegabilmente divertente come Romeo, torna alla rappresentazione di personaggi animali che tanto piace al suo pubblico e a una rappresentazione di femminile e maschile spaventosa. Proseguiamo con ordine.
Inanzitutto, fatemi esulare due righe dall'analisi di genere e farvi notare come Edgar venga fatto passare per il cattivo opportunista e senza cuore, quando è un proletario che vive in una stanza un metro per un metro, che legittimamente si risente dopo aver dedicato la vita a servire Madame e scopre di contare meno dei gatti. Dietro all'amante degli animali, d'altro canto, c'è una fedele rappresentazione del padronato che dei suoi dipendenti se ne infischia, profondamente snob e borghese. Per questo motivo, mi sta profondamente sul cazzo. I personaggi femminili principali sono Duchessa e la piccola Minù:


Quali parole di stima possiamo spendere sulla gattina pensata per l'identificazione delle bimbe alla visione? Tanto per cominciare, sta sempre a lagnarsi e si rende subito insopportabile. Ha continue scaramucce coi i fratelli, che dimostrano di disprezzarla apertamente e di considerarla inferiore in quanto femmina. Ha la madre come modello, il che è davvero limitante, e l'apparenza come unica aspirazione. Tutto quello di cui le importa è essere considerata una signora, ricevere attenzioni e conferme sul suo aspetto e il romanticismo. Sarebbero questi, secondo, Disney, gli interessi delle sue giovani spettatrici? E' normale che pensi già all'amore e cada in deliquio davanti alle odi spicciole di Romeo? Non ricevendone dai fratelli, cerca sempre l'approvazione della madre: ce l'ho anche io gli occhi che sembrano due zaffiri lucenti? e, nonostante suoni assurdo, cerca anche di compiacere e guadagnare le attenzioni di Romeo, coi suoi miseri mezzucci: i sospiri e gli occhioni dolci. Una scuola precoce di seduzione, ne sentivamo la necessità! Notate anche come sia sempre l'unica a cacciarsi nei guai e offrire a Romeo la possibilità di dare prova del suo coraggio. Almeno si concede il piacere di cantare e ballare con la banda di Scat Cat.


Discorso analogo, ma ancora più fuorviante e sessista per la rappresentazione di Duchessa: madre premurosa, gatta di classe, ammaliatrice di randagi. Questi sono i limiti del suo mondo e i messaggi che veicola: la maternità prima dei desideri, il sapersi comportare e la bellezza. Sull'aspetto fisico si insiste allo sfinimento rispetto ai personaggi femminili: sono tutti graziosi e in cima ai loro pensieri c'è la preoccupazione di esserlo sempre. Del resto, è questo a spingere Romeo ad aiutarla nel ritorno a casa, nonostante la presenza di una cucciolata si riveli un ostacolo ai suoi progetti: farsela di brutta maniera. Duchessa non potrebbe mai concedersi a quel modo, in quanto mamma e oggetto di un'educazione raffinata, ma apprezza i complimenti di Romeo perchè cementano la sua autostima e gongola a trovarsi al centro dell'attenzione mentre suona l'arpa e si fa guardare da Romeo e amici che sbavano senza ritegno. Lo stereotipo dell'attrazione di questa coppia è palese: a lui interessa perchè è bella, a lei per il temperamento del seduttore irresistibile: espansivo, divertente, coraggioso, libero e provolone. Per il modo in cui sfotte le sue promesse da marinaio, Duchessa dà l'idea di non essere così sprovveduta.. Almeno nei primi venti minuti di approccio.


Duchessa è anche un trionfo di manierismi, occhiate dolci, voci mielate da sfiorare il diabete. Sempre elegante, composta, conciliante, ha fatto del galateo la base della sua vita ed educa i figli a diventare altrettanto superficiali. La sua principale preoccupazione è valutare la convenienza o sconvenienza degli atteggiamenti rispetto al conformismo borghese in cui vive (noterete che in questa analisi c'è un feroce sottotesto di classe). Fino all'arrivo di Romeo questa fissazione per la decenza straccia le palle.
Ultimo aspetto che la rende pericolosa per la sua caratterizzazione sessista è la cura per i sentimenti degli altri: madre amorevole e protettiva, si tormenta anche per Madame, non solo perchè non sa fine abbiano fatti i gatti, ma soprattutto perchè non ha nessun'altro. A Duchessa piacerebbe seguire Romeo nella sua vita randagia, ma ha un dovere nei confronti della sua padrona o meglio un senso di colpa, lo stesso che animava Lilli nei confronti di Tesoro e Gianni caro. Diversamente da Romeo, i legami non la rendono libera.


Bisè e Matisse sono dispettosi, svegli, competitivi, infinitamente più simpatici della sorella. Insofferenti al galateo, per niente impensieriti di piacere o fantasticare sull'amore (definito roba da femminucce), per quanto si sforzino di accontentare la madre sognano una vita libera e avventurosa come quella di un gatto di strada. Avete mai sentito Minù esprimere desideri simili? Non possono che subire il fascino del modello maschile che gli manca, quel concentrato di clichè e virilità che è Romeo. Fanno gentilmente notare alle bambine in ascolto, con il loro maschilismo poraccio, che pensano solo alle stronzate, non sanno battersi e non valgono un tubo.


Romeo è un personaggio complesso, perchè dietro alle molteplici qualità che lo rendono spassoso, galante, avventuroso, persino eroico si nasconde il peggio marpione dei classici Disney. Sicuro di sè, libero, dedito alla vita di strada, con l'accento romanesco a renderlo irresistibile suggerisce ai bambini che i maschi non sono obbligati ad avere prole, responsabilità e affetti a cui rendere conto: possono fare il cazzo che gli pare, esattamente come lui! Eterno scapolo e gran playboy, dovrebbe far ridere il suo lapsus sulle pupe bone.. ehm, damigelle nei guai. Del resto, il frasario con cui si riferisce a Duchessa la svilisce a puro oggetto sessuale. Per lui le femmine sono materiale da segnapunti sopra il letto ed è disposto a ingannarle con ogni mezzo per farle sue prede, non si fa scrupoli nemmeno davanti a una ragazza madre! Osserviamo anche il loro (temporaneo) addio: lui da maschio non può permettersi di esprimere i suoi sentimenti (meglio spicciarsi a dirsi addio), lei si affretta ad assicurargli che non lo dimenticherà mai. Con una protagonista frigida e timorata di dio, era necessario un contrapposto maschile in antitesi: peccato che come al solito il concetto di femminile venga fatto a pezzi. Scafato e a suo agio nel mondo, la sua sufficienza nei confronti dell'inesperienza di Duchessa ricorda quella di Biagio con Lilli, e come lui non ha nessuna cura per i sentimenti degli esseri umani, roba da femmine! Cambierà opinione per amore di gatta, unico personaggio che evolve nel corso del film, dando alle bambine l'illusione malata che gli uomini allergici ai legami si possano cambiare. 


Concludo spendendo qualche parole sui personaggi secondari. Le gemelle bla bla, gli unici personaggi femminili a rivelarsi divertenti, sono la quintessenza della stupidità e si guadagnano da subito l'odio di Romeo (tanto non erano neanche bone, per cui). Costrette a seguire convenzioni sociali che le rendono ridicole, nonostante si prendano il merito di salvare il gatto, sono talmente ottuse da non accorgersi che sta affogando! Significativa l'indignazione che esprimono per il fatto che Romeo non è il marito di Duchessa e insulta il cuore delle signore ingenue, come se le femmine pensassero solo a sposarsi. Non a caso, anche Bisè e Matisse le sfottono, mentre Duchessa non può far altro che rassegnarsi alla sua educazione e trattarle con gentilezza e quella sfigata di Minù pensa di nuovo al romanticismo.


Oltre a rinnovare l'odio di classe per Adelaide, voglio anche sottolineare come, non contenta di aver messo in testa a dei poveri animali un mare di sciocchezze sull'essere eleganti e raffinati, ricorda al pubblico femminile, nel caso fosse sfuggito, che è loro preciso compito prendersi cura di sè stesse e attendere conferme sull'aspetto fisico: da grande diventerai bella come tua madre! Ecco fatto, ora va meglio: ci siamo fatte tutte e due belle per George! (che, naturalmente, ha ottocento anni e si presenta in tutta la sua luminosa bruttezza).


Nonostante sia quasi ininfluente per l'economia della storia, Frou Frou non poteva scamparsela dalla femminilizzazione furiosa che caratterizza Disney: cappellino rosa e lunghe ciglia. Anche lei matura ansie inutili per Groviera che affronta il temporale alla ricerca dei gatti. Bisogna renderle onore per il calcione che riserva a Edgar.


In chiusura, un'ultima osservazione: avete mai pensato a quanti personaggi maschili che divertono incontriamo nel film? Il notaio, Groviera, Edgar, La Faiette e Napoleone, Romeo, zio Renato, Scat Cat e la sua banda. Quali personaggi femminili ci hanno fatto altrettanto ridere? Adelina e Guendalina, punto. Il resto dei personaggi è lezioso, sdolcinato, compiacente, non libero e poco selvaggio. Hanno tutti cure, premure, sentimenti e interessi tipicamente femminili e sono ossessionate dal concetto di bellezza. Messaggi pericolosi da comunicare a ragazzine che nel giro di qualche anno saranno rese così insicure dal mercato da non potere uscire di casa struccate.

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