lunedì 18 gennaio 2016

La spada nella roccia

Siamo nel 1963 e il vecchio Walt, bonanima, sta per tirare le cuoia. Questo è l'ultimo film di cui vede la pubblicazione. Ispirato all'omonimo romanzo che nel 1938 narrà le vicende del leggendario re Artù, è un cartone caratterizzato quasi esclusivamente da personaggi maschili, come il successivo Il libro della giungla. Vanta però una cattiva magnifica, adorabilmente diabolica: una vecchietta che non è algida nè elegante come regine e streghe malvagie, ma somiglia di più ai cattivi più moderni che sanno divertire e prendersi in giro, come Ursula ne La Sirenetta e Ade in Hercules. Piuttosto brutta, vecchia e sgraziata, non le importa nulla di diventare bella o succhiare linfa da qualche fanciulla, vuole primeggiare con Merlino ed essere la più forta in fatto di magia. Questa ambizione mi sembra finalmente sana in uno scenario di donne invidiose di altre donne.
Ovviamente queste mire di potere non potevano che essere dipinte con tinte fosche, quindi ecco la banale dicotomia del buono e del cattivo: nel duello di magia Merlino si trasforma in animali veloci, astuti e positivi, lei sceglie predatori di ogni tipo, meglio se dichiaratamente bastardi, e ricorre ovviamente all'inganno, fatto che la svaluta agli occhi delle giovani pupille davanti alla tv. Il personaggio maschile ci viene dipinto abile e intelligente, per quanto goffo e maldestro, quello femminile non può arrivare a tanto e sceglie di essere una carogna. Non mi sembra arrivi niente di buono da questi messaggi.
 

Malgrado ciò, dà l'impressione di essere la più appagata e divertita tra le cattive Disney, avida e sboccata. Nemmeno lei, però, può emanciparsi dalla dittatura del corpo e dai commenti che Merlino, l'ultimo degli sfigati, le rivolge con sottile perfidia: sarai più bella.. Volevo dire, più brutta di prima!
Devo anche segnalare la presenza di due scoiattole, stereotipate a manetta pure loro: la prima è quella che si innamora di Semola nelle sembianze di un suo simile e cerca di sedurlo in maniera innocente ma implacabile. Non si arrende neanche al cospetto delle brutte maniere (del resto, le femmine devono esserci abituate), ma si abbandona a uno dei pianti più struggenti dell'intera filmografia quando si accorge che è tornato umano. Cosa volete che facciano queste femmine? Si innamorano del primo che vedono, sopportano di tutto e si abbandonano allo sconforto. La seconda reagisce con più carattere e mostra di non avere rimpianti per l'accoppiamento mancato, ma è il prototipo della cicciona mangiauomini.


Esaurita brevemente l'analisi femminile, c'è n'è una strutturale che mi sembra importante fare. La storia di Semola ricorda molto quella di Cenerentola, personaggi in condizioni umili presi in custodia da famiglie potenti che li trattano come servi, il desiderio di emergere e la caparbia nel diventare padroni del proprio destino. Le similitudini, però, finiscono qui: a Cenerentola e alle bambine viene insegnato a puntare tutto su bontà, bellezza, gentilezza e pazienza e il suo percorso di emancipazione passerà attraverso la conquista del principe, che gli permetterà di abbandonare l'ingrato parentado. Semola lo ignora, ma è la predestinazione a dare una svolta alla sua vita e farlo diventare re. Nonostante sia un ragazzo buono e ingenuo, grazie alla guida del mago sviluppa l'intelligenza, l'ingegno, la tenacia, la creatività, viene stimolato allo studio e a sperientare le situazioni più difficili.


La bellezza, l'amore non sono obbiettivi degni di nota: Merlino gli fa notare quanto sarebbe inutile essere tutto muscoli e niente cervello e c'è Caio a convincere i bimbi di questo. E' nobile l'intento pedagogico che insiste su come lo studio, la cultura e le esperienze di vita contribuiscano a determinare il carattere e il destino di una persona, ma avete mai sentito dirlo a una principessa Disney? O mostrarle un modello femminile di stupidità e bellezza che la sproni a formarsi in un'altra direzione? Semola diventerà un re consegnato alla leggenda, per quanto l'idea di cominciare a dodici anni guidato da un gufo lo spaventi, e anche Cenerentola rimarrà celebre fino ai giorni nostri.. Per avere semplicemente sposato un principe belloccio. Bell'affare.
Togliendomi la maschiera di spietata sociologa, non posso che ricordare quanto ogni volta questo cartone mi faccia sghignazzare.

1 commento:

  1. Nerppure una parola però sul fatto che scoiattolina salvi la vita a Semola, uscendo di fatto dal cosidetto "stereotipo" della principessa disneyana.

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