venerdì 3 settembre 2010

La sirenetta

Saltiamo di qualche decennio, fino al 1989: sono trascorsi più di 30 anni dalla mamma prodigio Wendy; 3 decenni di film con successi alterni, tra cui spiccano i modelli femminili di Aurora de La Bella Addormentata nel bosco e Marian di Robin Hood: archetipi di genere ultra tradizionali, tutti occhioni, bei faccini e happy ending.
Ovvio che all'esordio degli anni '90 l'eroina cambiasse pelle: Ariel de La sirenetta è un personaggio moderno, più simile alle adolescenti di allora, ma non necessariamente più libera e indipendente, come vedremo. Suscita dolcezza e empatia immediata per la sua tenera ostinazione, per la forza e il sacrificio disposta a spendere per amore di un uomo e di un mondo lontano.
L'autonomia di Ariel è osteggiata da un padre-padrone modello patriarcale, che ingaggia il granchietto suddito per fare da guardiano e da balia alla figlia: l'oppressione viene motivata con la fragilità e il bisogno di protezione della fanciulla, giovane e ingenua: vecchia storia.


Tutta una vita a ribellarsi a un padre che, accecato dall'amore, non comprende i suoi reali desideri, per finire.. Dove? Tra le braccia di un uomo, di cui s'innamora perchè bellissimo, che conosce in tre giorni e che sposa in quattro e quattrotto.
La gelosia di Tritone si rassegnerà davanti all'ostinazione dell'amore di Ariel: la lascierà andare, purchè corra al sicuro tra le braccia di un altro uomo: non vorrà certo affrontare il mondo degli umani tutta sola! (che Eric venga considerato "diverso" ci importa poco in un'analisi di genere). Il Tritone si sacrifica per la figlia anche quando la sottrae alla schiavitù di Ursula, facendosi trasformare in un'anima perduta al suo posto. Che dolce questo padre, farsi perdonare anni di sofferenze con un colpo di spugna...


Ariel rischia scontri corpo a corpo per tutto il film: si sbarazza con agilità dello squalo, perde la testa quando il padre viene ridotto in schiavitù da Ursula, ma non può far altro che attendere l'arrivo di Eric. Sarà lui a uccidere la strega del mare.
Al contrario dei precedenti, dove le principesse rimanevano ad aspettare l'intervento delll'eroe che le liberasse da incantesimi, matrigne, re despoti (in fondo qualsiasi baldo giovine si fosse presentato nelle vesti di eroe sarebbe andato bene, non si stava certo a sindacare), in questo film la protagonista femminile decide di chi innamorarsi, per cosa lottare, di sacrificare una caratteristica fondamentale della sua persona per realizzare il sogno d'amore, senza contare che all'inizio è lei a salvare Eric, non il contrario: lui s'imbambola della voce, e chiunque arrivi cantando con voce soave, val bene un matrimonio. Se si vuole considerare una forma di emancipazione...
Del resto, Eric s'innamora di un talento innato, non dissimile dall'avvenenza fisica.
E cosa dice quella splendida voce?
Mi porterai dove vorrai
e del tuo mondo parte farò
accanto a te, sempre così
solo con te
E l'hai appena conosciuto!


Negli anni di Biancave, per proseguire con le altre, era plausibile il modello "incontralo, innamoratene, sposatelo"; ma alla fine degli anni ottanta le bambine sognavano solo e sempre di avere un unico fidanzato e sposo per la vita, e farlo loro dopo averlo appena conosciuto? Con il passare e il cambiare dei tempi, le adolescenti e le donne si erano emancipate, ma è curiosa notare come invece i modelli dei cartoni ancora non fossero differenti. Ariel non è stata cacciata da una matrigna, non deve fare da serva a nessuno, potrebbe vivere una giovinezza felice. Eppure lei vuole andarsene, e in fondo, Eric a parte, esprime il desiderio di cambiare vita, di liberarsi di un padre ingombrante, di decidere come vivere. Perlomeno, un accenno di progetto indipendente (finito miseramente in fumo).

Ursula a mio avviso è uno dei più pericolosi modelli negativi Disney.
Se la strega di Biancaneve e quella della Bella Addormentata con la loro glacialità diponevano di una certa dignità come cattive, la strega dei mari è invece il personaggio più simile alla regina di cuori: grassoccia e grottesca. Ma se la seconda ispirava una qualche simpatia, Ursula è una perfida megera, e l'associazione tra cattiveria e forma fisica è facile.
In realtà a lei importa poco della bellezza e della giovinezza di Ariel, la usa come mezzo per strappare il potere dei mari a Tritone, e fronteggia i due personaggi maschili con la solita magia.


Interessante il messaggio taci e sii bella: Ariel, rinunciando alla voce, dovrà riuscire a far innamorare Eric con la sola bellezza. E' proprio Ursula che le ribadisce quanto poco gli uomini apprezzino le chiacchiere, e quanto serva invece il linguaggio del corpo per conquistarli.
Grazie a Chiara per i consigli d'analisi del film!

FONTI: it.wikipedia.org
www.tuttodisneyland.com./foru/index.php?topic=135.0

9 commenti:

  1. Cara blog o non blog nella tua vita devi scrivere...anche la lista della spesa ma...scrivi perchè qualunque cosa esca dalla tua penna è semplicemente fantastico!!!

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  2. Grazie cara per tutti questi complimenti :D io aspetto sempre opinioni sull'analisi, ma vedo che il blog ispira piuttosto ricordi e simili!

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  3. Sono d'accordo con l'anonimo qui sopra

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  4. Se leggi i libri, i fatti di cronaca, ti accorgerai che molte donne seguono proprio questi stereotipi e non tutte fanno una bella fine come Ariel! Pur di scappare da un padre padrone si sposano col primo che gli capita, bello o brutto che sia, giovane o vecchio. Non riescono a stare sole.

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  5. mi piace da morire il tuo blog!!!uno spunto:L aggiungi il confronto con la fiaba originale e continua!!manca alemno rapunzel...e non solo!!dai dai chela disney procede in avanti pare..aspettiamo l'eroina vikinga!

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