martedì 31 agosto 2010

Le avventure di Peter Pan

Due anni dopo Alice, nel 1953, si torna alle "naturali" attitudini femminili: a soli dodici anni, Wendy è una mamma prodigio e la sua pre-adolescenza è improntata alla razionalità.



In effetti la fanciulla condivide lo stesso grande desiderio di Peter Pan: rifuggere l'età adulta. Peter lo incontriamo che già ha realizzato il suo sogno, e fa di tutto per tenerselo: Wendy si fa una scappatella con lui, assapora un mondo che non sarà mai il suo, torna a casa paga dell'esperienza, e sappiamo dal seguito che diventerà grande (e cederà la figlia a Peter perchè anche lei provi l'ebrezza del viaggetto).
Destini decisamente differenti, e io aggiungerei non casuali.
Ma partiamo con un'analisi dei personaggi:


Wendy è la protagonista femminile, con un papà irabondo e a tratti infantile (l'uomo adulto stereotipato nelle sue manie e rigidezze), e una mamma che è un modello di bontà e bellezza.
Fantastica un eterna giovinezza, ma è già stata avviata sulla strada della crescita: la incontriamo a inizio film che porta brocche di the avanti e indietro, e scatta appena il padre la chiama, furioso perchè ha raccontato l'ennesima storia ai fratelli.
Gianni e Michele se ne strafregano del lavoro della sorella e della bambinaia, giocano spensierati, sembrano vivere felici, senza doversi preoccupare di rimettere in ordine,
Sembra ragionevole che i fratellini credano fortissimamente a Peter Pan e alle sue promesse, sembra più buffo che Wendy sogni di vivere in una condizione di semischiavitù vita natural durante.
La fratellanza è ben calibrata: il dolce bimbo vivace, il quattrocchi istruito e curioso, la maggiore saggia e comprensiva.
L'incontro con Peter è eloquente:
Wendy è emozionatissima, ma pensa dapprima a riattaccargli l'ombra, cosa che lui cerca di fare con il sapone, chiaro segno che gli uomini di certe cose non si sono mai occupati. E' Wendy stessa, del resto, a precisarlo: devi cucirla! Lo farò io, forse è meglio, è un lavoro da donna. Un Peter più rilassato, perchè le consuetudini gli sono familiari ora, la esorta con un'espressione indimenticabile: su, sbrigati bambina. Da manuale.



Peter la spinge verso la finestra e fa per portarla con lui, ma Wendy lo ferma: deve pensare a cosa dirà la mamma, a scrivere un biglietto, e non può certo partire senza fratelli al seguito!



Paradossalmente, l'esperienza con Peter in una dimensione di non-crescita, legata alla spensieratezza, la fa maturare, e la costringe a fare da mamma a orde di bambini selvaggi., cosa che lei accetta di buon grado, con innato istinto materno.
Nell' Isola Che Non C'è Wendy conferma quindi questa cura per il prossimo che già possedeva, e mostra un'altro aspetto peculiare di una donna adulta: la gelosia.
Ovvio che l'attrazione per un personaggio così differente, impulsivo, libero e  impavido è fortissima, e il confronto tra i due è davvero impietoso. Perennemente amorevole e dolce, Wendy mostra i denti nel momento in cui paura di perdere le attenzioni del suo bello, ed esprime la sua stizza e insofferenza esclusivamente verso l'universo femminile.
1 Mentre i fratelli vogliono vedere Uncino, gli indiani, vogliono azione e combattimenti, Wendy va a incontrare le sirene: rimarrà delusa perchè, gelose a loro volta, le bellissime e adoranti ninfette sfoggeranno tutti i difetti tipici dello stereotipo di genere: dispettose, petulanti, in adorazione per il maschio avventuroso, nonchè gelose, appunto. Delle vere civette. Wendy si arrabbia con Peter, ma lui la zittisce per l'arrivo di Capitan Uncino. La bambina dimentica subito
2 Una volta liberata Giglio Tigrato, Peter si scorda completamente della sua ospite: al campo ha occhi solo per l'indiana. Wendy ingoia il rospo, e quando fa per ballare, un armadio di donna le ordina di prendere della legna. Le s'indispettisce ma non si ribella finchè, stizzita per le effusioni di Peter e perchè perfino i fratelli si fanno i fatti loro, risponde a modo.
Senza contare che è Wendy a subire la matta gelosia di Trilli. In questo fuoco di feroci marcamenti del territorio, Peter se la ride, o fa finta di non capire, oppure reagisce con provvedimenti estremi, a mo' di padre padrone.



La dolcezza della fanciulla torna sovrana quando Peter esagera con la severità (sei bandita dal regno per sempre! Sii buono Peter, non per sempre), quando assiste a gesti pericolosi (Spugna spara al capitano: Wendy inorridisce, Peter esulta, divertito), o quando Peter va un po' troppo oltre (fa per dare in pasto Uncino al coccodrillo, lei s'indigna).
E' il ragazzo l'eroe dell'isola, è lui che guida l'azione, lei è solo una comprimaria che sta a guardare (Sta a vedere, Wendy! Sii prudente, Peter!).

Wendy è il modello di bontà illimitata anche per i nuovi amichetti dei fratelli: fondamentale la scena in cui tutti le chiedono cos'è la mamma? (una bambina se lo sarebbe dimenticato così in fretta?) e Wendy, con estremo amore, canticchia con voce sove un ode alla bonta di quel "dono del ciel", suscitando in tutti, persino nei marinai di Uncino, una grande nostalgia.
In un guizzo di ritrovata voglia d'amore, vogliono tutti venire a casa con lei, che assicura la mamma sarà contenta! Che altro potrebbe desiderare, in fondo?
Alla fine del film il padre ci ha ripensato: Wendy resterà in camera con i fratelli; faccenda che. mascherata da proseguio dell'infanzia, sembrerebbe una cosa positiva, a me piuttosto suona come: continua pure a badare a Gianni e Michele (grazie tante!). 
Veloce, già che mi sono scatenata abbondantemente, analisi degli altri personaggi femmilini.


Trilli dovrebbe essere la migliore amica di Peter, ma obbedisce ai suoi ordini come una qualsiasi moglie. La si vorrebbe dipingerla come un personaggio divertente, così carina e mignon, epperò così carica di risentimento: a me sembra spaventosamente stereotipata.
Civetta, vanitosa, s'incanta a guardarsi nello specchio, per poi misurarsi i fianchi, preoccupata (messaggio pericoloso!).E' disposta a ricorrere a stratagemmi cattivi e violenti pur di eliminare le avversarie.Sembra la replica delle ragazzacce superficiali e spietate dei nostri tempi che fanno la guerra al loro genere per un quintale di carne umana.
Del resto, Uncino la tratta come una povera sciocchina per estorcerle il posto dove Peter si nasconde: gira il dito nella ferita aperta, la fa piangere, le promette di vendicarsi disinteressatamente, per poi chiuderla in un vaso.


Giglio Tigrato presenta già un certo grado di dignità: stoica di fronte a Uncino che la vuole far parlare, molto più spontanea nei confronti di Peter, sta per annegare e non tira un grido.
Ma è pur sempre bottino di guerra, o proprietà del padre.



La signora Darling è una mamma esemplare: mai un rimbrotto, mai un ombra sul viso. Non per niente, Wendy diventerà come lei. Il marito la apostofa perchè ragiona come una quindicenne. All'irascibilità e ai modi bruschi del marito, reagisce sempre con la dolcezza della moglie che tutto sopporta.



Nana è un personaggio interessante. Irresistibile perchè cane nel ruolo di un'umana, sembra non suscitare scandali di genere: è tenera, buffa e divertente.
Cagna, però, che interpreta un ruolo da femmina: la bambinaio frustrata e remissiva, ben felice di riordinare, rassegnata all'idea di ripassare continuamente dove i due fratelli hanno appena scombinato ogni cosa, e per di più sottomessa alla legge di un vero padrone, uomo, datore di lavoro, ma anche colui che la possiede avendola comprata. Come sarebbe questo personaggio, se fosse interpretato da una ragazza?
Due anni dopo Alice, dicevo, cento passi indietro nell'identità di genere. Wendy con Cenerentola e Biancaneve dà perlomeno due insegnamenti preziosi alle sue spettatrici: coltiva reazioni emotive buone, sentiti responsabile fin da subito della cura dei più piccoli.

FONTI: it.wikipedia.org

12 commenti:

  1. Messaggio per Wendi: cara tra pochi giorni vado a prenotare le mie ferie...visto il duto lavoro...prendo un biglietto anche per te... :-)

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  2. Meraviglioso, non vedo l'ora, ma posso sapere da chi sarà allietata la mia compagnia? =)

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  3. Trovo che un po' tutti i personaggi di questo cartone siano delle buffe(a volte fastidiose) figure,stereotipi dei vari tipi umani:il ragazzino piacione che gode delle attenzioni del genere femminile,scherza,ride,prende in mano la situazione quando le cose volgono al peggio senza chiedere aiuto a nessuno(il solito eroe);
    la ragazzina figlia maggiore che deve prendersi cura dei fratellini(incoscienti del fatto che sono cresciuti dalla sorella),tutta dolcezza e bellezza,istinto materno a mille,affascinata dal furbetto di turno che vuole cambiare,in fondo,remissiva;
    l'ochetta di turno che si fa abbindolare con poco,che fa sfoggia della proprio cattiveria per gelosia,vanitosa;
    il padre burbero;la madre mamma(!)
    ecc...
    (molte cose le hai scritte anche tu,mi scuso se sono stata ripetitiva)

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  4. Ma tu sei splendida nei termini con cui ti spieghi nady, e bastano poche parole usate a hoc per riconoscerti :)
    Hai espresso atrettando bene il concetto che volevo passare nel post. L'arte della sintesi! :D

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  5. Ahahahha,sono sgamatissima :D

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  6. Che storia deprimente, eppure è famosissima! Questa mentalità è presente specialmente nel Sud.

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    1. O nei meridionali emigrati al nord :) Scherzi a parte, anche al nord le sacche di arretratezza in questo senso abbondano e resistono, anche se, essendo pure per metà pugliese, ho vissuto in prima persona quanto sia complessa la situazione al sud

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  7. vi trovo molto belle, mi piacciono le principesse e voi siete il massimo


    ciaooooooooooooo!!!!!!!!!!

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  9. anche se modelli femminili di queste fiabe antiche oggi sono completamente out of fashion, dentro la maggior parte di noi i loro messaggi (archetipi) rimbombano in modo assordante, e per alcune di noi vivere diventa una dura lotta. Mi consola nel vedere le ragazze giovani di oggi molto più sveglie di noi!!!

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