mercoledì 8 settembre 2010

Aladdin

La Disney invecchia, ma ormai ci ha preso gusto a rivisitare favole e leggende e a farne grandi successi; passa solo un anno e sforna Aladdin, bersaglio di numerose polemiche sugli stereotipi razziali incarnati dai personaggi.
Jasmine è l'unica presenza femminile: sorpresa! Un fatto di per sè perlomeno deprecabile.

Fino all'incontro con l'arabo dai tratti curiosamente americanissimi che le prenderà il cuore, è un'indomita e testarda ragazza che rifiuta di piegarsi a un matrimonio combinato dalla legge del padre-padrone (una via di mezzo tra la goffagine del papà di Belle e l'autorità di quello di Ariel).
Dopo l'incontro fatale e la diffidenza iniziale, eccola piegata alla legge degli uomini, quella che ha scottato tutte le eroine delle nostre fiabe: diventa tutta ciglia sbattute  e boccuccia a petalo di rosa, pronta a sposarsi, a essere consegnata da un padre a un marito: non era la fanciulla che più di ogni altra voleva evadere dalle mura del palazzo reale, vedere il mondo? Le è bastata una mezz'ora in groppa al tappeto volante?
Il mondo è mio: è davvero così? Solo per il fatto di averlo scoperto? Che indipendenza, che possibilità, che potere guadagna
Eppure Jasmine a palazzo soffriva la reclusione e le imposizioni del padre: gente che ti dice dove devi andare, come ti devi vestire.. Senza mai poter fare una tua scelta! E fugge con il sogno di vivere un altra vita: quella da poveraccio di Aladdin le sembra un idillio.



Come Ariel, non viene scacciata dal suo mondo, e neppure la tranquillità della sua vita viene distrutta da qualche evento: vuole fare di testa sua.
Le accomuna un destino segnato dalla presenza maschile e dall' essere consegnate come un pacco postale. Una tragedia!
Sebbene trovo che Eric fosse un vero bamboccione, e questo Aladdin invece sia in grado di movimentarle un po' più la vita. Il ragazzo le mostra infatti quante meraviglie celi il mondo là fuori: una volta fatto un giretto di ricognizione, però, subito a casa a testa china sul lavello!



Solita storia, dunque: i due condividono un'emozionante incontro che dura il tempo necessario per un abbagliante colpo di fulmine, e saranno destinati a volersi per sempre.
Quand'è stata l'ultima volta che avete sposato un colpo di fulmine?
Aladdin dimostra di avere un minimo di cervello quando parla di lei, da innamorato sognante: Eè intelligente, spiritosa.. Per poi proseguire con stupenda! Ha due occhi che sembrano.. E i capelli, uau, e il sorriso, mm....
Che dite, sempre meglio di niente?
Ma vediamo un po' di analizzare stile e comportamento di Jasmine durante il film.
Fuggita da palazzo, vaga per il mercato come una sciocchina, facendo inghiottire fuoco e fiamme a malcapitati e ignorando persino che gli scambi si basino su moneta sonante. E' talmente sprovveduta che avrà bisogno dell'aiuto di Aladdin per non farsi tagliare una mano, e pur di salvarla, lui la fa passare per matta. Niente male davvero!



Si fa però rispettare dalle guardie (che fanno parte del mondo che le è familiare) e affronta a muso duro Jafar, per poi fuggire in lacrime quando viene a sapere che il suo flirt è finito nel sangue di una testa mozzata. Dovrà intervenire il buon sultano perchè al gran visir sia data una bella strigliata.



Ha anche qualche guizzo di astuzia e disincanto, è un piacere notarlo: salta dai tetti, dà una memorabile lezioncina al ragazzo quando le mente, non esita a canzonarlo e a trattarlo con disprezzo quando si finge un buzzurro pallone gonfiato.
Il problema di Jasmine è chiaro ormai anche a voi: parte promettente, ribelle, sogna l'indipendenza e la possibilità di scegliere (il solito amore per la vita, d'accordo), e finisce, come Ariel, da un paio di braccia a un altro, senza nessuna realizzazione personale. Dopo tanto opporsi alle leggi paterne, eccola esaudire il suo desiderio: bella che accasata!



Il conflitto interiore della fanciulla è ben espresso dai dialoghi con le figure maschili:
Padre, io non sopporto di sentirmi costretta.. (la modernità comune alle ultime principesse)
Se mi sposerò, voglio che sia per amore (il solito stereotipo di tutte le donzelle Disney, e non solo quelle).
Secondariamente, un modello di bellezza così irreale è pericoloso; avete mai notato, guardandole una via l'altra, quanto siano state spogliate nei decenni le principesse, quanto si siano assottigliate le loro forme, fino a sfiorare l'invisibilità?
Jasmine va in giro con un top azzurro per fare abbondante sfoggio dell'ombelico, e pare che, tre anni dopo le polemiche per il bikini di Ariel, non si scandalizzi più nessuno.
Senza dimenticare che parliamo di grandi occhioni, splendide lunghe chiome, sorriso perfetto, ma soprattutto una terza di reggiseno abbinata a un vitino minuscolo.
Niente di buono..



Nemmeno da Jafar, che appena in potere di farlo, la riduce a mero oggetto sessuale, la schiaffeggia, la rinchiude in una clessidra come una bambolina. C'è un lavoro per te, Aladdin! L'unica utilità della principessa nella lotta al cattivo quale poteva essere? Lo seduce nel tentativo di distrarlo. 


Mi rendo anche conto che la fiaba di Aladino è ambientata in Arabia in tempi non troppo vicini a noi: non è divertente essere una donna da quelle parti nemmeno adesso, figuriamoci allora. Ma proprio perchè Disney mescola le carte, stravolge i finali a favor di lieto fine, ma sopra ogni cosa, inculca modelli di comportamento, sarebbe stato auspicabile un ruolo diverso per la nostra amica. Che non ci si convinca che senza amori a catinelle, una storia non valga la pena raccontarla!

11 commenti:

  1. Sono d'accordo con te.
    Il clichè del passare dalla gabbia paterna a quella,anche se scelta apparentemente,del marito è ben duro a morire anche oggi,purtroppo.
    E poi un lieto fine non deve necessariamente sfociare in un matrimonio sfarzoso.

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  2. Il problema cara Simona, è che tutti i cartoni Disney sono basati su stereotipi. Addirittura, per far rientrare la fiaba scelta nello stereotipo Disney, arrivano a cambiarle il finale (vedi la Sirenetta di Andersen, che finisce in tragedia, mentre nella versione Disney è il tripudio dell'amore). E purtroppo Disney non uscirà mai da questi cliché.
    - Primo perchè le storie della Disney hanno come target principale i bambini americani, meglio se di famiglie conservatrici. Poco importa se poi lo vede mezzo mondo quel cartone.
    - Secondo perchè seguono sempre lo schema di Propp. Ed è sempre uno scontro tra bene e male. Non esistono personaggi non buoni o non malvagi. E riesci subito a distinguerli. Il protagonista (che 3 volte su 4) è maschio, è il prototipo di eroe perfetto, e di buono. Le figure che lo circondano sono i figure di contorno o comprimarie, dove per comprimarie si intende la bella ragazza stereotipata che si innamora di lui. Il cattivone di turno è sempre un malvagio, con i tratti tipici del malvagio, e a mio modo di vedere anche con i tratti tipici dell'ebreo. Avviene il primo scontro, che vede uscirne vincitore il cattivo, e poi alla fine quando tutto sembra essere andato per il peggio, vince il buono, che a volte predica, direttamente o indirettamente una morale cristiana al malvagio di turno.
    Le figure femminili che stai analizzando benissimo in questo blog, sono tutte figure comprimarie. Anche quando sono le protagoniste a tutti gli effetti del cartone, dipendono sempre da una figura maschile, che poi risulta essere il vero eroe. E questo stereotipo, è creato apposta, per far sì che le bambine si innamorino dei personaggi femminili, e che ne vogliano copiare gli aspetti caratteriali e fisici. Se pensi che la famiglia tipo americana (per intenderci quella dei telefilm, uno su tutti "Settimo cielo") sia una famiglia fortemente patriarcale, in cui la libera espressione femminile è repressa, e sottomessa al "suo" uomo, capisci anche perché Disney produce tutti cartoni fondamentalmente uguali. Sono poche le eccezioni, ma davvero poche. Sarebbe interessante anche riprendere alcuni cartoni e rileggerli in chiave sociale e politica, perchè si vedrebbe ancora di più l'intenzione della Disney di influenzare le future generazioni. E' anche molto interessante notare la scelta delle favole raccontate da Disney. Sono pochissime quelle che fuoriescono dallo schema di Propp, e sono tutte "moderne", nel senso che sono uscite negli ultimi anni.
    Cmq mi piace molto quello che scrivi in questo blog, e le tue disamine dei cartoni, oltre a riportarmi all'infanzia, mi fanno riflettere molto.

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  3. E' forse uno degli stereotipi che morirà per ultimo, cara Nadia.. In una società basata sul patriarcato e sulla fede cristiana vincolata al matrimonio come quella italiana, i costumi si evolvono a rilento, e mai del tutto, o ovunque.
    La ragazza è ancora considerata un possesso, sia anche affettivo, dal padre che, seppure a malincuore perchè non potrà più proteggerla (averne controllo), si sentirà rincuorato nel destinarla a un altro uomo che ne avrà possesso, la controllerà e la proteggerà dalla sua indipedenza.
    E i matrimoni sfarzosi sono ancora una dimostrazione di potere economico maschile! Anche nei film d'animazione è difficile vederne di modesti..

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  4. Che signora analisi! Grazie Marcello!
    Sinceramente non mi sento di aggiungere altro alle tue riflessioni, se non che mi trovi completamente d'accordo, e anzi, siccome tu sei più ferrato sul lato socio-politico, mi fai riflettere sugli aspetti di cui meno mi occupo nelle mie analisi: direi che a questo maniera il blog si compensa!
    Io al contrario ho sentito l'esigenza di scegliere un punto di vista di genere perchè le mie conoscenze e il mio interesse è orientato verso quella direzione, e anche per il particolare momento storico che il genere femminile sta vivendo attraverso i canali che lo sfruttano (televisione, pubblicità) e per i condizionamenti che vive nell'educazione primaria

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  5. Chissà cosa ne pensano le ragazze di essere considerate solo un possesso.Che poi l'atto,nel giorno di matrimonio,in chiesa,del padre che accompagna la figlia verso l'altare e la "dona" al futuro marito è ben emblematico.
    Beh,riguardo al matrimonio sfarzoso,non credo sia solo una dimostrazione del potere maschile,in fondo le ragazze sognano da bambine il matrimonio bello sontuoso,perchè sarà il giorno più bello della loro vita,il lieto fine che tutti vorrebbero,no?(peccato che poi dietro l'angolo c'è tutt'altro che un lieto fine)

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  6. Avoglia se lo è, la chiesa è emblema e espressione del rapporto tra generi.
    Io penso che molte volte nemmeno loro siano consapevoli di essere un possesso: ci vuole una certa autodeterminazione per riuscire a far proprio il vero significato di essere donna, liberandolo dagli strati e strati di stronzate con cui è lardellato.
    Peccato che quel sognsre non sia uno stimolo innato, ma costruito socialmente attraverso cartoni, fiabe, media, modelli genitoriali.
    Altrimenti dovrei cominciare a pensare che anche nei maschietti sia innato quell'istinto a rifuggerlo per tutta la vita?

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  7. Ma infatti Simona,ero ironica.
    E soprattutto è l'emblema del rapporto tra uomo e donna,è pur sempre un luogo maschilista e patriarcale.
    Ci vuole anche una certa libertà di pensiero nell'autodeterminazione,no?

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    1. Vorrei esprimere il mio parere in proposito. Mi sono laureata con una tesi sul ruolo delle figure femminili nei film d'animazione Disney e mi sento in dovere di concordare con voi per qualche aspetto, ma sono costretta a dissentire per un altro verso. E' vero che Jasmine passa dall'autorità di una figura maschile a un'altra, rivisitando la sua personale visione di libertà dopo una tutto sommato breve passeggiata in tappeto volante, ma è anche vero che non si adagia al matrimonio combinato: si sposa, è vero, ma con un uomo che sarà lei a scegliere e che accetta pur vedendo i difetti che ha. Aladdin, infatti, non è per niente l'uomo dei sogni di una principessa, nè socialmente nè caratterialmente: ricordiamoci che per metà del film le racconta solo bugie. Eppure Jasmine dimostra la profondità di saper vedere oltre, capisce perchè quel giovane le ha mentito in un modo che reputo molto maturo per una ragazzina innamorata. Fra l'altro, vorrei aggiungere, Aladdin ha dei sequel troppo poco presi in considerazione probabilmente per la scadente qualità tecnica, ma di buona fattura per quanto riguarda colonna sonora ed evoluzione dei personaggi (Il piccolo aiutante malefico, Iago, arriva ad aiutare i protagonisti, dimostrando che le persone non sono solo buone o solo cattive... mi sembra già un bello stereotipo distrutto!). Alla fine del secondo film della trilogia, Il ritorno di Jafar, Jasmine SI OPPONE esplicitamente al matrimonio, dicendo che vuole prima vedere il mondo! Mi sembra una presa di posizione abbastanza decisa per un modello femminile destinato al matrimonio e alla famiglia! Ancora, nell'ultimo film, Aladdin e il re dei ladri, è di nuovo Jasmine a sospendere le nozze e a spingere il suo fidanzato a seguire le tracce del padre perduto, mettendo da parte il proprio sogno d'amore in virtù del sostegno al compagno di vita. Trovo che l'evoluzione psicologica del personaggio attraverso i tre film sia encomiabile: se nel lungometraggio iniziale Jasmine aveva ancora i tratti della principessa capricciosa e un po' egoista, con il passare del tempo si trasforma in una donna che sa davvero cosa significa intrattenere una relazione e viverla in modo adulto! Inoltre, i film hanno la straordinaria abilità di dimostrare che dopo il 'e vissero felici e contenti', la vita continua ed è fatta di una molteplicità di eventi, difficoltà e complicazioni con le quali convivere: la vita coniugale non è semplice e meravigliosa, ma frastagliata da una serie di piccole avversità con cui confrontarsi e alle quali predisporsi con disponibilità. Questo è un messaggio costruttivo e formativo: bambine, non pensate che l'amore sia tutto rose e fiori perchè non è così. E se una trilogia Disney riesce a insegnare questa verità, non mi sembra il caso di disapprovare.

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    2. Posso sembrare piuttosto radicale nelle mie analisi, ma da convinta femminista tutto questo parlare a senso unico dell'amore e dipingere personaggi via via più intelligenti e maturi, ma che finiscono inevitabilmente a sposarsi lo trovo diseducativo. Anche se scelgono di testa propria, vogliono vedere il mondo e si stirano il pigiama. Sono necessari modelli completamente nuovi per bambine e bambini in gamba, non compromessi

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  8. sono d'accordo con Anonimo! Sposarsi per amore non è affatto uno stereotipo..anch'io voglio l'amore, anche gli uomini lo vogliono! "se mi sposerò sarà con un uomo che ho scelto io" non è affatto un messaggio negativo
    Per non parlare dei sequel

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    1. Paolo1984, non sei il benvenuto su questo blog per ragioni storiche e indiscutibili: il terrore che semini nei blog delle femministe di tutta Italia. Grazie a Dio se non conosci lingue straniere

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