L'ultima protagonista Disney era stata scavalcata dal suo compagno, che dà il nome al film e le ruba il centro della scena: stesso discorso per Hercules, 1996.
Non c'è altro cartone che mi abbia così esaltata da Alice in poi. Sarà che l'ho visto al cinema, sarà che mi ero presa una cotta per Megafusto. Rivisto oggi, la sensazione è sempre quella di trovarsi davanti a un piccolo gioiello. Più di ogni altra cosa, si sente subito odore di nineties: un'ironia brillante e una sessualizzazione e provocazione dei corpi sempre più evidente.
Dalla Sirenetta in poi si è cercato di insaporire il pallido genere femminile con un non so che di moderno, determinato e ambizioso, almeno negli intenti, giacchè il finale si rivela puntualmente banale, insulso e tradizionale.
Prima di parlare della ragazza sulla bocca di tutti, passerei in rassegna le altre sparute presenze femminili.
LE MUSE ci si presentano scosciate come mai, dunque, si evince erroneamente, emancipate.
Eccetto quella più in carne, che per fortuna non coprono con un burqa, ma a cui fanno fare la svanita della compagnia, sono tutte forme stereotipate alla grande: una vita RIDICOLA, gambe tornite e lunghissime, splendidi visi, piedi ultracalibrati. E menomale che sono muse delle arti!
Ci raccontano la storia di Hercules con simpatia, grinta e una gran voce, ma sgambettando come vallette a un programma di Bonolis e sbavando come neonati: è la società che si evolve, è la donna che per la prima volta può manifestare il suo desiderio sessuale.
ERA, progenitrice di Hercules, è una mamma ultraclassica; la maternità è tutto quello che ci viene mostrato, non solo della sua realizzazione personale, ma anche del suo carattere. Voce rassicurante, quasi una melodia, moglie tranquilla che calma gli entusiasmi e l'ira di Zeus, madre al culmine della felicità, esprime ogni sentimento con dolcezza estrema. Non vi ricorda Mrs Darling?
In più, è una dea, e dovrà essere bellissima!
Hercules viene rapito: lei piange, Zeus erutta dalla rabbia. Hercules torna: lei lo riaccoglie con amore, Zeus gli dà una rocciosa manata sulla spalla.
ALCMENA, madre di Hercules nella leggenda mitologica, è di bassa estrazione, le forme non sono stereotipate, ma il viso è bello e esprime grande dolcezza. E' lei che va incontro al neonato commuovendosi per la "povera creaturina" e convincendo il marito a tenerlo, perchè figli non ne sono arrivati, e del resto cosa potrebbe desiderare d'altro una donna di quelle origini?
E' la mamma che ne piange la partenza e gli porge uno scialle.
Ora, non non si può certo demonizzare la mamma che porge uno scialle o piange la perdita del suo piccolo. Quello che appare deprecabile è l'omogeneità dei comportamenti di questi personaggi: da qui allo stereotipo il passo è breve, in quanto sono TUTTI così.
Quel che trovo ancora più insopportabile è caratterizzare i maschi con comportamenti e reazioni opposte (coraggio, rabbia, incoraggiamenti da uomo, etc), per poi accostare uomini e donne nella stessa scena e fare in modo che il contrasto tra i due sia evidente e spinga a fare tipizzazioni di genere.
I tratti caratteriali dei maschi sono molto vari: nel bambino, nel ragazzo, nel vecchio, nel potente, nell'eroe, nel cattivo, negli aiutanti; quelli femminii sono di tipo emotivo (la mamma/sorella/principessa sensibile e premurosa), estetico e culturale (la bellona scema come il legno), diabolico e invidioso di potere/bellezza/
giovinezza (le cattive).
Persino la cavalla che seduce Pegaso ha i tratti tipici dello stereotipo femminile, per non parlare di Venere, una svenevole Miss Universo..
Ed eccoci alla nostra autodeterminata amica.
Megan si fa conoscere come una ragazza tutta d'un pezzo, lontana dagli stereotipi della donzella, tant'è che la sentiamo affermare seccata:
"Sono una donzella, sono in difficoltà, me la cavo da sola. Smamma, ragazzino". Davanti a questa dichiarazione d'intenti, l'eroe si fa ancora più imbranato e farfugliante: la donzella che smonta l'eroe.
E' lei dei due la più forte, che lo deride deliziosamente, incurante di sbavargli dietro: Hercules, bello, forte e sicuro di questo con chiunque, indietreggia davanti all'unica ragazza su cui sembra non sortire alcun effetto, e ne è attratto irrimediabilmente. E come potrebbe essere altrimenti, davanti a una che lo saluta con: "Me la caverò! Sono grande e forte, so allacciare i sandali e tutto il resto" ?
Megara è una vera rivoluzione disneyana: spregiudicata, sexy e provocante, usa il corpo per rendere gli uomini vulnerabili e metterli in ridicolo. Anche Jasmine aveva timidamente cominciato a studiare la strategia, ma in Megara è molto più chiara la volontà.
E' evidente che il primo personaggio con queste fattezze non potrà che piacere: agli uomini perchè unisce avvenenza e il fascino della noncuranza, alle donne per il carisma e il corpo invidiabile.
E' l'equivoco di tutti i personaggi femminili nel film: emancipate perchè svestite e ammiccanti.
Anche Jasmine e Ariel avevano di che esibire, ma nei loro bikini di conchiglia e top fascianti non c'era malizia.
Megara e le muse sono invece disegnate come BDS (bombe di sesso) e il loro comportamento tradisce questa consapevolezza: hanno un magnifico corpo e sanno come usarlo a loro favore.
E infatti Meg si pone esclusivamente come oggetto sessuale, e così viene considerata da Fil che tenta un approccio chiamandola "meline sante", dal babbeo con gli zoccoli che la tiene in una mano alitandole in faccia "Mi piacciono le focose", da Hercules stesso a cui per quelle curve associate allo sfoggio di una sapiente indifferenza va il cervello in pappa.
E che dire delle attenzioni di Ade?
Cattivo che sta una spanna sopra tutti gli altri, passati e recenti (solo la strega della bella addormentata mi era piaciuta tanto), vittima di un'iracondia comicissima, fa sfoggio di un'ironia brillante come un gioiello sul marciapiede.
Siccome, però, della ragazza non vengono mostrati genitori nè fidanzati che la tengono in pugno, ci voleva una figura che la possedesse in qualche maniera: e quale maniera miglirore di un immortale senza scrupoli con cui Meg ha barattato la sua anima per amore di un ragazzo che se l'è filata subito dopo?
Ade si rivolge a Megara durante tutto il film in maniera allucinante, che però può risultare molto comica:
"Che bocconcino! Che bambola!"
"Ma mia cara dolce illusa.. Tu sei mia!"
"La tua Meg, questa faccina sbaciucchina, non è più importante?"
"Zucchero, tesoro, bambola.."
"Meg, bambina.."
"Meg, parlaci tu, eh, qualche sbaciucchino.."
Non vi sembra troppo per un pubblico infantile? Non pare anche a voi che questo film rechi in cima una scritta luminosa e intermittente che dice SESSO CORPO SEDUZIONE?
Appena si scopre innamorata, e fatica ad ammetterlo per il timore di soffire nuovamente, si susseguono una serie di eventi tali per cui i suoi sentimenti, ora veri, vengono rivelati come finzione.
Per paura di perdere l'amore vero, Megara smette i panni della femme fatale e si fa vergognosa e pentita davanti all'uomo dei suoi sogni: quegli occhietti non erano mai stati così timidi.
In fondo fin qui ha solo nascosto un grande dolore per una fatale delusione d'amore dietro una facciata di glacialità e indifferenza.
Meg si sacrifica per Hercules, ma è lui che ovviamente salva terra e Olimpo: morendo, la giovane seduttrice gli dà la possibilità di salvarla un'altra volta e di dimostrare il suo valore: forza, cuore, coraggio.
Quella che non voleva essere salvata come una qualsiasi donzella, ha finito per aspettare un megafusto che ponesse fine alla sua schiavitù.
Non puntava all'indipendenza, il suo disincanto era solo una maschera: il suo destino è quello di tutte le altre principesse disneyane.
La scelleratezza del messaggio di questo film credo sia chiara, dopo tanto dibattermi: incarna in maniera esemplare lo sfrenato eccesso dei '90, il delirio collettivo: corpi ultrastereotipati (compreso quello di Hercules, che in fondo è stato creato per mostrarlo), ragazze che scoprono di potersi esprimere sull'altro sesso come da secoli fanno gli uomini, e distribuiscono bava su ogni tricipite guizzante, teenagers in piena sindrome da divo che non sanno far altro che piangere e strepitare (nonostante la simpatia, l'ho trovata una rappresentazione impietosa e grottesca).
Personaggi che che mettono per un attimo da parte l'amore e scoprono il desiderio sessuale: un progresso, ne convengo, ma il cervello quando arriva?
Senza contare che dopo tanto eccitarsi, vengono spedite a pedate verso il lieto fine amoroso. Che bellezza.
L'equivoco sta nel ritenere che questo sia un cartone moderno, per la sapienza di aver saputo trasformare un eroe forte e valoroso secondo leggenda in un fessacchiotto imbranato, messo alle strette da un personaggio femminile talmente scaltro da renderlo vulnerabile con la seduzione.
Non è quello con cui le donne si arrangiano da secoli?
"Hercules" è lo squillo di tromba dei degenerati anni '90: corpo, giovinezza, protagonismo e tante apparenza.
Ritrovare questo scempio nei bellissimi personaggi di questo film lascia molta amarezza.
La protagonista è un modello pericolosamente affascinante per le esordienti teens: non ho parlato delle forme perchè le immagini si commentano da sole.
A Jasmine perlomeno avevano attribuito un "intelligente" una volta in tutto il film!
Chiudo con una chicca: un commento letto da un'utente youtube sul video della bella addormentata nel bosco, che mi sembra esemplare per dimostrare quanto le donne sguazzino nello stereotipo che un altro genere le ha cucito addosso:
Quello che mi ha sempre colpito di questo cartone è che Aurora-Rosaspina aveva sempre il capello preciso, sia da contadina, che da principessa, che da narcolettica. Un esempio per tutte noi.
Non c'è altro cartone che mi abbia così esaltata da Alice in poi. Sarà che l'ho visto al cinema, sarà che mi ero presa una cotta per Megafusto. Rivisto oggi, la sensazione è sempre quella di trovarsi davanti a un piccolo gioiello. Più di ogni altra cosa, si sente subito odore di nineties: un'ironia brillante e una sessualizzazione e provocazione dei corpi sempre più evidente.
Dalla Sirenetta in poi si è cercato di insaporire il pallido genere femminile con un non so che di moderno, determinato e ambizioso, almeno negli intenti, giacchè il finale si rivela puntualmente banale, insulso e tradizionale.
Prima di parlare della ragazza sulla bocca di tutti, passerei in rassegna le altre sparute presenze femminili.
LE MUSE ci si presentano scosciate come mai, dunque, si evince erroneamente, emancipate.
Eccetto quella più in carne, che per fortuna non coprono con un burqa, ma a cui fanno fare la svanita della compagnia, sono tutte forme stereotipate alla grande: una vita RIDICOLA, gambe tornite e lunghissime, splendidi visi, piedi ultracalibrati. E menomale che sono muse delle arti!
Ci raccontano la storia di Hercules con simpatia, grinta e una gran voce, ma sgambettando come vallette a un programma di Bonolis e sbavando come neonati: è la società che si evolve, è la donna che per la prima volta può manifestare il suo desiderio sessuale.
ERA, progenitrice di Hercules, è una mamma ultraclassica; la maternità è tutto quello che ci viene mostrato, non solo della sua realizzazione personale, ma anche del suo carattere. Voce rassicurante, quasi una melodia, moglie tranquilla che calma gli entusiasmi e l'ira di Zeus, madre al culmine della felicità, esprime ogni sentimento con dolcezza estrema. Non vi ricorda Mrs Darling?
In più, è una dea, e dovrà essere bellissima!
Hercules viene rapito: lei piange, Zeus erutta dalla rabbia. Hercules torna: lei lo riaccoglie con amore, Zeus gli dà una rocciosa manata sulla spalla.
ALCMENA, madre di Hercules nella leggenda mitologica, è di bassa estrazione, le forme non sono stereotipate, ma il viso è bello e esprime grande dolcezza. E' lei che va incontro al neonato commuovendosi per la "povera creaturina" e convincendo il marito a tenerlo, perchè figli non ne sono arrivati, e del resto cosa potrebbe desiderare d'altro una donna di quelle origini?
E' la mamma che ne piange la partenza e gli porge uno scialle.
Ora, non non si può certo demonizzare la mamma che porge uno scialle o piange la perdita del suo piccolo. Quello che appare deprecabile è l'omogeneità dei comportamenti di questi personaggi: da qui allo stereotipo il passo è breve, in quanto sono TUTTI così.
Quel che trovo ancora più insopportabile è caratterizzare i maschi con comportamenti e reazioni opposte (coraggio, rabbia, incoraggiamenti da uomo, etc), per poi accostare uomini e donne nella stessa scena e fare in modo che il contrasto tra i due sia evidente e spinga a fare tipizzazioni di genere.
I tratti caratteriali dei maschi sono molto vari: nel bambino, nel ragazzo, nel vecchio, nel potente, nell'eroe, nel cattivo, negli aiutanti; quelli femminii sono di tipo emotivo (la mamma/sorella/principessa sensibile e premurosa), estetico e culturale (la bellona scema come il legno), diabolico e invidioso di potere/bellezza/
giovinezza (le cattive).
Persino la cavalla che seduce Pegaso ha i tratti tipici dello stereotipo femminile, per non parlare di Venere, una svenevole Miss Universo..
Ed eccoci alla nostra autodeterminata amica.
Megan si fa conoscere come una ragazza tutta d'un pezzo, lontana dagli stereotipi della donzella, tant'è che la sentiamo affermare seccata:
"Sono una donzella, sono in difficoltà, me la cavo da sola. Smamma, ragazzino". Davanti a questa dichiarazione d'intenti, l'eroe si fa ancora più imbranato e farfugliante: la donzella che smonta l'eroe.
E' lei dei due la più forte, che lo deride deliziosamente, incurante di sbavargli dietro: Hercules, bello, forte e sicuro di questo con chiunque, indietreggia davanti all'unica ragazza su cui sembra non sortire alcun effetto, e ne è attratto irrimediabilmente. E come potrebbe essere altrimenti, davanti a una che lo saluta con: "Me la caverò! Sono grande e forte, so allacciare i sandali e tutto il resto" ?
Megara è una vera rivoluzione disneyana: spregiudicata, sexy e provocante, usa il corpo per rendere gli uomini vulnerabili e metterli in ridicolo. Anche Jasmine aveva timidamente cominciato a studiare la strategia, ma in Megara è molto più chiara la volontà.
E' evidente che il primo personaggio con queste fattezze non potrà che piacere: agli uomini perchè unisce avvenenza e il fascino della noncuranza, alle donne per il carisma e il corpo invidiabile.
E' l'equivoco di tutti i personaggi femminili nel film: emancipate perchè svestite e ammiccanti.
Anche Jasmine e Ariel avevano di che esibire, ma nei loro bikini di conchiglia e top fascianti non c'era malizia.
Megara e le muse sono invece disegnate come BDS (bombe di sesso) e il loro comportamento tradisce questa consapevolezza: hanno un magnifico corpo e sanno come usarlo a loro favore.
E infatti Meg si pone esclusivamente come oggetto sessuale, e così viene considerata da Fil che tenta un approccio chiamandola "meline sante", dal babbeo con gli zoccoli che la tiene in una mano alitandole in faccia "Mi piacciono le focose", da Hercules stesso a cui per quelle curve associate allo sfoggio di una sapiente indifferenza va il cervello in pappa.
E che dire delle attenzioni di Ade?
Cattivo che sta una spanna sopra tutti gli altri, passati e recenti (solo la strega della bella addormentata mi era piaciuta tanto), vittima di un'iracondia comicissima, fa sfoggio di un'ironia brillante come un gioiello sul marciapiede.
Siccome, però, della ragazza non vengono mostrati genitori nè fidanzati che la tengono in pugno, ci voleva una figura che la possedesse in qualche maniera: e quale maniera miglirore di un immortale senza scrupoli con cui Meg ha barattato la sua anima per amore di un ragazzo che se l'è filata subito dopo?
Ade si rivolge a Megara durante tutto il film in maniera allucinante, che però può risultare molto comica:
"Che bocconcino! Che bambola!"
"Ma mia cara dolce illusa.. Tu sei mia!"
"La tua Meg, questa faccina sbaciucchina, non è più importante?"
"Zucchero, tesoro, bambola.."
"Meg, bambina.."
"Meg, parlaci tu, eh, qualche sbaciucchino.."
Non vi sembra troppo per un pubblico infantile? Non pare anche a voi che questo film rechi in cima una scritta luminosa e intermittente che dice SESSO CORPO SEDUZIONE?
Appena si scopre innamorata, e fatica ad ammetterlo per il timore di soffire nuovamente, si susseguono una serie di eventi tali per cui i suoi sentimenti, ora veri, vengono rivelati come finzione.
Per paura di perdere l'amore vero, Megara smette i panni della femme fatale e si fa vergognosa e pentita davanti all'uomo dei suoi sogni: quegli occhietti non erano mai stati così timidi.
In fondo fin qui ha solo nascosto un grande dolore per una fatale delusione d'amore dietro una facciata di glacialità e indifferenza.
Meg si sacrifica per Hercules, ma è lui che ovviamente salva terra e Olimpo: morendo, la giovane seduttrice gli dà la possibilità di salvarla un'altra volta e di dimostrare il suo valore: forza, cuore, coraggio.
Quella che non voleva essere salvata come una qualsiasi donzella, ha finito per aspettare un megafusto che ponesse fine alla sua schiavitù.
Non puntava all'indipendenza, il suo disincanto era solo una maschera: il suo destino è quello di tutte le altre principesse disneyane.
La scelleratezza del messaggio di questo film credo sia chiara, dopo tanto dibattermi: incarna in maniera esemplare lo sfrenato eccesso dei '90, il delirio collettivo: corpi ultrastereotipati (compreso quello di Hercules, che in fondo è stato creato per mostrarlo), ragazze che scoprono di potersi esprimere sull'altro sesso come da secoli fanno gli uomini, e distribuiscono bava su ogni tricipite guizzante, teenagers in piena sindrome da divo che non sanno far altro che piangere e strepitare (nonostante la simpatia, l'ho trovata una rappresentazione impietosa e grottesca).
Personaggi che che mettono per un attimo da parte l'amore e scoprono il desiderio sessuale: un progresso, ne convengo, ma il cervello quando arriva?
Senza contare che dopo tanto eccitarsi, vengono spedite a pedate verso il lieto fine amoroso. Che bellezza.
L'equivoco sta nel ritenere che questo sia un cartone moderno, per la sapienza di aver saputo trasformare un eroe forte e valoroso secondo leggenda in un fessacchiotto imbranato, messo alle strette da un personaggio femminile talmente scaltro da renderlo vulnerabile con la seduzione.
Non è quello con cui le donne si arrangiano da secoli?
"Hercules" è lo squillo di tromba dei degenerati anni '90: corpo, giovinezza, protagonismo e tante apparenza.
Ritrovare questo scempio nei bellissimi personaggi di questo film lascia molta amarezza.
La protagonista è un modello pericolosamente affascinante per le esordienti teens: non ho parlato delle forme perchè le immagini si commentano da sole.
A Jasmine perlomeno avevano attribuito un "intelligente" una volta in tutto il film!
Chiudo con una chicca: un commento letto da un'utente youtube sul video della bella addormentata nel bosco, che mi sembra esemplare per dimostrare quanto le donne sguazzino nello stereotipo che un altro genere le ha cucito addosso:
Quello che mi ha sempre colpito di questo cartone è che Aurora-Rosaspina aveva sempre il capello preciso, sia da contadina, che da principessa, che da narcolettica. Un esempio per tutte noi.
Perdonate la lunghezza assassina del post! Avevo un sacco di cose da dire.
FONTI: it.wikipedia.org
Ah Simo, che bello questo cartone.. il mio preferito di tutto il Disney anche se con le dovute distanze. E grazie a te e a questo blog che si è risvegliata in me la forte critica contro il maschilismo imperiante di Walt.
RispondiEliminaPerò il fascino del cartone è ancora troppo per me, non riesco a non adorare Meg.
Una piccola curiosità: hai notato che per la prima volta, credo, in un Disney, una DONNA ha avuto GIA' un altro UOMO? Certo, il ruolo è marginale, e ci fa capire che comunque Meg è come le altre (rinuncia alla sua libertà per amore di un uomo, in passato), ma almeno Hercules non è il primo. Un (piccolissimo) accenno di modernità schiacciato comunque dal solito, vecchio lieto fine.
Alex :)
Queste sensazioni altalenanti sul cartone sono anche le mie Alex :)
RispondiEliminaNon ci avevo pensato, no, credo sia un ottimo spunto di riflessioni nell'analisi disneyana..
Grazie! Preziosa come sempre!
Ma poi siamo così sicuri che le favole della Disney siano rivolte ai bimbi?
RispondiEliminaWalt Disney stesso disse che lui non le intendeva e non le produceva così, ma piuttosto per far tornare piccoli i grandi.
RispondiEliminaE in questo caso, direi che il target si è decisamente alzato di una decina d'anni, senza che però ai bimbi sia stato detto nulla: che apprendano quanto prima le armi di seduzione..
Prima si inizia e meglio è,no?
RispondiEliminaIo,comunque,ne voglio ancora!
Sarei molto curioso di leggere cosa scriverai su Pocahontas. Lei alla fine ottiene l'emancipzione... se non consideriamo il sequel.
RispondiEliminaMi invii un messaggio quando lo scriverai?
Dopo la bellezza di dieci anni, posso dirti che o farò! Grazie!
EliminaChe gran mucchio di COGLIONATE!!! E ti è servito 'sto papiro per elencarle tutte, bastava un trafiletto, se non addiriuttura un rigo... esattamente la grandezza del tuo cervello!
RispondiElimina