martedì 4 agosto 2020

Basil l'investigatopo

Bisognerà aspettare la fine degli anni ottanta perchè una principessa rilanci il successo commerciale di Walt Disney; nel frattempo avanti con gli animali antropomorfi, giacchè risulta evidente che i tempi non sono maturi fantasy avventurosi. Dieci anni dopo Bianca e Bernie e poco prima del sequel tornano protagonisti i topi, questa volta con una spassosa parodia dei romanzi di Sherlock Homes. E' Basil di Baker Street il detective di questa vicenda, chiamato da una dolce e disperata bambina a ritrovare il suo papà.


Olivia è la protagonista femminile, più per ricorrenza che per importanza: la sua influenza sulla storia è scandalosamente pari allo zero. Vive un'infanzia serena con il padre giocattolaio, a cui è molto legata, fino al giorno in cui questi viene rapito da un misterioso e perfido pipistrello. In preda allo sconforto, corre a cercare il topo detective più conosciuto di Londra, ma si imbatte nel dottor Topson che, commosso e messo in imbarazzo dal pianto della bimba (gli uomini, si sa, di fronte a una femmina che piange non sanno che fare), la aiuta a trovare Basil.
Dal momento che è una scolaretta con tanto di gonna a pieghe e nastrino tra i capelli, Olivia non è dotata del corredo di ciglia sensuali riservato alle femmine antropomorfe: piuttosto, deve generare tenerezza perchè è piccola, triste e sfortunata, come tutti i bimbi delle storie Disney. Nonostante la pretesa incapacità di difendersi, è una topina coraggiosa e in grado di rispondere per le rime, che con il candore infantile smaschera errori e vanterie degli adulti. Il nostro protagonista, infatti, non è abituato a rapportarsi con i bambini e tratta Olivia con fastidio e sufficienza, dimostrando di sottovalutarla. Lei ripone molte speranze nel suo intervento, ma non appena realizza quanto poco sia interessato alla vicenda si fa sentire, mettendo in ridicolo lo smodato ego di Basil che, colpito nell'orgoglio più che nell'empatia, accetta di darsi da fare.


Nonostante la sua partecipazione all’indagine faccia ben sperare, la protagonista avrà poco tempo per aiutare a risolvere il caso perchè viene rapita prima dal pipistrello e poi da Rattigan, il crudele topo dietro al sequestro di suo padre. Questo la dice lunga sul ruolo che Disney ha pensato per lei: Rattigan ricatta il giocattolaio minacciando l'incolumità dell'indifesa figlioletta (pretesto abusato, retorico e stucchevole), poi la fa rapire, infine la rapisce per costringere Basil alla resa. Tutto qui? Al di là della caratterizzazione leziosa e infantile, Olivia aveva un potenziale ben diverso per l'economia della storia. Ma perchè sforzarsi di creare personaggi più moderni alla vigilia degli anni novanta, quando si può contare sull' intervento di un protagonista maschile che può concedersi di essere insopportabile, tanto è sempre lui a salvare il culo a tutti? In effetti, in tutto il film non c'è un solo personaggio originale o vagamente anarchico rispetto alle aspettative di narrazione e di genere.
L’inserimento di Olivia è un pretesto, un contentino al pubblico femminile: la storia filerebbe lo stesso senza di lei. Il suo apporto alla storia è piuttosto di carattere emotivo: un padre e una figlia inseparabili e divisi da un personaggio meschino e opportunista. Il contributo femminile al film è veramente marginale, trattandosi di un solo personaggio rilevante e utilizzato come comprimario del protagonista, che diverte per contrasto e diversità. Qual è il potere di Olivia in questa storia, qual è la sua influenza? Ricapitoliamo: il solito espediente della femmina indifesa da salvare, quello strappalacrime della famiglia divisa da un destino crudele e una presenza superflua nelle indagini del supertopo investigatore. Sono colpita.


Nel corso del film Olivia maturerà relazioni esclusivamente con personaggi maschili perchè quelli femminili, diciamocelo, qui non contano un cazzo (e si fatica a trovarne). Interessante è il caso della governante di Basil. In Disney i personaggi femminili sono pensati in funzione della sessualizzazione: abbiamo le donne degli eroi (dolci, buone, simpatiche ma soprattutto belle) e quelle sexy, con ruoli minori e un'unica funzione, quella seduttiva; in questo film, per esempio, la cantante della balera che con uno spettacolo imbambola e rende inermi i rudi astanti del locale (duro a morire, il clichè che dipinge gli uomini schiavi delle proprie palle).


Diversamente, se non sono attraenti i personaggi femminili sono bimbe candide o donne dedite alla cura: madri, governanti, tate. A queste ultime due categorie va anche peggio perchè non avendo figli propri sono invariabilmente zitelle, di mezza età, sovrappeso e mezze sceme, talvolta più autonome e intraprendenti (come la signora Tweed, non a caso vedova), solitamente una manica di poverine preoccupate per il crudele destino di animali e bambini. La governante di Basil, in questo caso, è zitella e corpulenta come ce l'aspettiamo e per i pochi minuti di apparizione ha due missioni di vita: sfamare la triste bimba che cerca il papà e sgridare Basil che ha rovinato i cuscini e che non a torto la tratta come un imbecille. In questi personaggi ogni tentativo di autorevolezza finisce nel ridicolo: pensiamo alla tata contro Rudy e Gaspare ne La carica dei 101.


Altri brevi apparizioni di personaggi femminili sono Lucrezia, la gatta di Rattigan, tanto feroce con i topi che fanno incazzare il suo padrone quanto remissiva e dolce con lui, che la vezzeggia con una condiscendenza irritante. Per quanto enorme e spaventosa, è completamente soggiogata al cattivo della storia. Anche il potere della regina è irrilevante, nonostante l'influenza della sua carica, dal momento che è la vittima finale del diabolico piano di Rattigan e deve essere salvata, come tutte. Cosa devono pensare quelle poveracce delle spettatrici, che il loro destino dipenderà dall'iniziativa di un maschio qualsiasi?


In realtà neanche a loro va troppo bene in questo film, perchè il sessismo non risparmia la controparte maschile. Topson, l'aiutante di Basil, è l'alter ego del geniale e supponente detective e in quanto tale dev'essere goffo e maldestro, gregario e fifone, prendere ordini e farsi umiliare per divertire il pubblico. Non ha nessun talento nel risolvere i misteri e, quel che peggio, la sua sensibilità è messa in ridicolo perchè lo rende più femminile e ne compromette la virilità: la timidezza, l'incapacità a gestire i pianti di Olivia, a rispondere alle umiliazioni di Basil, ad affrontare con risolutezza gli antagonisti, persino il suo buon cuore concorre a dipingerlo come un debole, un mezzo uomo. Aggiungiamo pure che in Disney i comprimari come Topson e Bernie sono anche grassi, in maniera analoga a tate e governanti, allo scopo di sottolinearne l'inadeguatezza, l'incapacità di prendere in mano la situazione come farebbe un vero uomo: una stigmatizzazione che realizziamo soltanto oggi (in modo particolare quando Topson accompagna Basil nella balera travestito da marinaio, strizzato in vestiti che lo coprono a malapena). Non poteva mancare il più classico dei tormentoni Disney, un allegro grassone! inserito come pretesto comico.


In questo problematica rappresentazione del maschile che è altro rispetto al maschio alfa, non mi stupisce Rattigan che tira fuori un fazzoletto rosa, fingendo di commuoversi per l’abbraccio tra il papà e la figlioletta che si sono ritrovati: la commozione non è roba da donne, in fondo?
Un cartone che mi ha estremamente delusa sotto il profilo degli stereotipi e che mi ha lasciata basita per la prevedibilità delle dinamiche narrative.

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